domenica, ottobre 30, 2005

How many roads must a game-theorist walk down

Sto scegliendo dove fare domanda per andare l'anno prossimo. Sto programmando in concreto quello che sogno di fare da circa metà della mia vita. Panico non rende il mio stato d'animo. Il mio cuore va intorno ai 120 battiti al minuto due volte al giorno senza motivo, ho perennemente fame e contemporaneamente nessuna voglia di mangiare; a condire il tutto, incubi in technicolor. E studiare, manco se ne parla: non appena prendo in mano il malefico articolo, mi sento all'interno di un'immensa lavatrice - durante la centrifuga. Sì, anche quando non ascolto i Pink Floyd. Le Grandi Domande, e nessuna ammette come risposta sensata "42": Come cavolo ottengo una lettera di raccomandazione decente essendomi laureata al terzo anno fuori corso? America: ci provo o no? (Qui avrei la risposta: provo al top-del-top statunitense, ma soprattutto alle europee belle.) Riuscirò a interpretare un sito di un'università tedesca? E soprattutto: e se nessuno si piglia questa semi-matematica-con-aspirazioni-da-economista? E se non sono capace di far nulla? Fa molto freddo o molto caldo a Tilburg? A Stoccolma? A Chicago? A Barcellona? A Maastricht?

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giovedì, ottobre 27, 2005

Memorandum.

In futuro, evitare di studiare ascoltando The Piper at the Gates of Dawn a ripetizione; e vale anche se sporadicamente intervallato da Wish You Were Here. Il rischio di passare le ore successive a vedere (vedere letteralmente) l'inviluppo convesso e il fibrato tangente anche della libreria è piuttosto alto.

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Non è il post che avrei scritto

sulle ultime uscite di Celentano in materia di diritti gay. Non è il post che avrei voluto scrivere. Questo post è meglio. Grazie, Aelred.

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martedì, ottobre 25, 2005

...e lo speziale non lo sa far.

(E secondo me questa Zerlina lo sa per esperienza diretta.) O sia: Piccola cronaca di secondo atto di Don Giovanni con fiancé (che intanto stava scrivendo i suoi programmi). Su Vedrai carino Zef ha fatto una faccia per cui non ho parole, e che non credo sia imputabile al vinello californiano della cena. Scena del cimitero: Questo è Erwin Schrott? (Io: Sì.) Si capisce. Gigioneggia. (A questo punto, mia tirata su Don Giovanni come seduttore sommo e il seduttore come gigione sommo.) Acuti di Donna Anna su Non mi dir, bell'idol mio. Io mi sciolgo. Il fiancé è lapidario: Quanto è Mozart. (I duetti Schrott-Ulivieri sono una meraviglia dei sensi.) Questa poi la conosco... la conosce anche la mia metà codificante (nel senso di traduzione italiana di coding). Che ride. (Sto cercando di strappargli la promessa di un'opera live in coppia. Dopotutto, io mi sono divertita un mondo a leggere Planetary, perché lui non dovrebbe godersi una Valchiria?) Stavolta vince lui, non il vecchio bacucco, vero? Vero? No, eh? Resto dell'idea che la versione dei fatti fornita da Donna Anna sia un po' sospetta. Che Don Ottavio sia il più grande servo della gleba (nel senso di EelST) della storia della musica. E secondo me Elvira una chance per davvero a Leporello dovrebbe dargliela.

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Lutto.

Rosa Parks riding a Montgomery, Ala., bus in December 1956, after the Supreme Court outlawed segregation on buses. È morta Rosa Parks.

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lunedì, ottobre 24, 2005

Corsera segue a ruota/2.

(Il figlio di Repubblica Sempre Sulla Notizia.) Ramazzotti-Hunziker, il ritorno (ma soltanto dell'amicizia).

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sabato, ottobre 22, 2005

(Pensatelo detto con tono da Oscar François de Jarjayes) Oh, Andreu!

[Avvertenza: post ad alto tasso di snobismo scientifico. Siete avvisati.] Antefatto. L'Ineffabile: Te lo leggi a letto, prima di dormire. Sabato mattina. Io, tutta arzilla (anche se un po' turbata dalle 900 pagine), me ne vado alla fida biblioteca di Scienze Politiche a prenderlo in prestito. Peccato che, avendo lasciato ufficialmente l'università, io possa prendere in prestito libri dalle biblioteche universitarie solo se provvista di una lettera di malleveria (sic) dell'Ineffabile. E vabbé. Ma, un attimo! È un libro di economia, dopotutto! Un libro di testo di una materia non esattamente di nicchia - insomma, non è una roba per quattro gatti snob di matematici: l'economia la studiano in tanti, e pure umanisti... Ci sarà in Sormani, no? La Biblioteca Centrale di Milano, vuoi che non abbia un testo di microeconomia? Non ce l'ha. Mi dispiace, ma guardi che siamo una biblioteca umanistica. No, tesoro. Siete la biblioteca centrale di Milano. Non siete la biblioteca del dipartimento di lettere e filosofia: quella è una biblioteca umanistica. E testi tecnici, di nicchia, a ben vedere li avete. Solo, ovviamente, che sono testi di cose normalmente considerate cultura, e un libro con delle formule matematiche non è una cosa normalmente considerata cultura; ma come posso pensare che qualcuno colto o sano di mente lo possa voler leggere? (Abbondano, invece, i raffinati appassionati di filologia romanza. Li vendono alla dozzina.) Vabbé, ora torno a quel che devo studiare; e al navigare tra siti di università-da-implorare. Ma resta quel vago istinto di sfasciare qualcosa - un qualcosa che assomiglia a un dipartimento di scienze umanistiche della comunicazione.

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martedì, ottobre 18, 2005

Nuovi eccitanti modi di perdere tempo.

Il minigolf Neverputt, e il crea-mal-di-mare Neverball - scaricabili qui. Il generatore automatico di Enrico Gezzi, e quello delle armi di Goldrake. Good night, ladies. (Giusto per rialzare il tono culturale del blog.)

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Se oggi restavo a letto almeno non mi prendevo quella botta pazzesca sul polso destro.

Mettiamola così: giornata no. (E non va migliorando, ma proprio per nulla.) (Umore decisamente migliorato da una cena cinese a domicilio con il fiancé. E da un paio di commenti - viva i blog, viva i blogger! E dall'aver sistemato i vestiti estivi nella parte alta dell'armadio, sia pure augurando al designer dell'armadio stesso di rimanerci chiuso dentro con le palle appese a un ometto da gonna con molle molto robuste - perché non è possibile che un uomo dotato di un minimo di buon senso progetti un armadio in cui tutti i vestiti che cadono sotto il ginocchio, no, non solo quelli da sera, tutti quanti tranne uno corto-cortissimo, vanno messi via ripiegati a metà.)

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L'importanza del contesto.

(Una risposta più ragionata a Violetta, ma non solo.) Ho votato Scalfarotto, e non sono minimamente pentita. L'ho votato avendo bene in mente di votare alle primarie della coalizione di sinistra. Ripeto: le primarie (non l'elezione in cui si decide la composizione del Parlamento) della coalizione (ci contiamo, e intanto misuriamo il valore delle posizioni interne - a proposito, qualcuno ha visto il precedentemente onnipresente Pecoraro Scanio?) di sinistra (vedete Berlusconi-da-battere, tra i candidati? io no). Ho votato Scalfarotto facendo due conti su quale candidato sentivo più vicino al rappresentarmi. Mai pensato che arrivasse a vincere; pensavo che sarebbe stato votato da una percentuale decisamente più alta, ma perché pensavo (e non ero sola, mi pare) che il numero totale di votanti sarebbe stato decisamente più basso. Ho pensato male (ma francamente, meglio così - su questo un altro post). Quanto alla questione dell'essere di nicchia, non ci vedo nulla di bene o di male. E sono molto più di nicchia per altre e molto più fighe e fighette cose - ad esempio, sapere cos'è un gruppo di coomologia, o leggere (saltuariamente) Riforma. A proposito delle politiche, un altro post.

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Collegamenti tra blog.

La lista dei link è stata messa un po' a posto. Non del tutto. Dato quanto sono sveglia quest'oggi, spero di non aver cancellato tutto il blog.

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venerdì, ottobre 14, 2005

Ho ceduto all'assedio.

Ho speso i miei 40€ all'anno per il New York Times online. Dopo un mese di servizio a metà, di Repubblica Sempre Sulla Notizia e di Corsera che Segue A Ruota, mentre le sirene del Times mi promettevano accesso al loro archivio, ho ceduto all'assedio. E ora, avanti, datemi della drogata di giornali veri. Però prima vi imparate a memoria i dettagli del divorzio di Al Bano.

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mercoledì, ottobre 12, 2005

Danza della vittoria.

800/800 nella parte quantitativa del GRE. No, dico: 800/800. Tutto giusto. Mi sento un piccolo drago. 640/800 nel vocabolario, e temi non troppo buoni visto che un c...o di scienziato politico (ha attaccato bottone dopo; e sì, è un attacco di snobismo da laurea scientifica) non sapeva cosa fare e ha passato l'ora e mezza dedicata alla scrittura a agitarsi rumorosamente. Maggiori dettagli tra un paio di settimane. Ma intanto posso dare per chiusa la tirata per esami a crocette, e dedicarmi ad altro. Come festeggiare. Come prendere e andare a spendere i miei guadagni da ripetizione in una sola botta alla borsa del fumetto. Come studiare altro. Come andare a mangiare l'anatra alla pechinese. O dal ristorante romano preferito dal me e dal fiancé. O giocare a Monkey Island per un pomeriggio. O aspettare che qualcuno riconosca la semi-citazione in questo post.

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Lapo, Nobel e giornali italiani, reloaded.

Al solito, leggere il manifesto è una delizia. Magari non concordi sulle conclusioni. Ma, diamine, ti tratta da adulto. Il sobrio (ma non privo di garbato sarcasmo) resoconto dell'affaire Lapo occupa lo spazio che si merita. Si riferisce dei Nobel a Aumann e Schelling con un articolo accessibile a chi non sa che sia una derivata e assai godibile per un'aspirante teorica dei giochi. Buona lettura.

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martedì, ottobre 11, 2005

Kate & Lapo (& la qui presente scribacchina).

Sono stata magrissima. In quel periodo ho fatto uso di sostanze che mi lasciavano in uno stato esaltato - per poi ricadere nel pianto per due giorni. Ho sperimentato sulla mia pelle i vantaggi (ci sono quasi sempre) e gli svantaggi. Poi ho smesso. Non è stato facile. Ma non me la sono pervicacemente cercata e pagata al grammo. D'altra parte, nessuno ha mai provato a convincermi che portare le ossa delle mie spalle esposte fosse tanto chic e un ottimo sistema di guadagnare una barca di soldi. Anche perché probabilmente, per quanto debilitata potessi essere, avrei usato quelle ossa per suggerirgli atti difficilmente realizzabili dal punto di vista biologico e geografico. E poi. Ho passato periodi di schifo, lavorando come una pazza e assumendo aiuti chimici per lavorare di più e non pensarci. Di nuovo, ho sperimentato svantaggi e vantaggi; ne sono uscita; non è stato facile; probabilmente il fatto che nessun quotidiano a diffusione nazionale facesse la ola a ogni mia frase ha aiutato; ho fatto un tot di cazzate; ora sono più tosta di prima, graziemille. Ecco, magari dramma non lo chiamerei.

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lunedì, ottobre 10, 2005

Corsera segue a ruota/1.

O sia, la qui presente scribacchina sulle orme del dµ di Repubblica Sempre Sulla Notizia. Iniziamo con una raffica di mitra sulla Croce Rossa: nel giorno dell'assegnazione dei Nobel per l'Economia (ok: hanno premiato due teorici dei giochi e potete leggere qui sotto la mia misurata reazione) la pagina "Scienze e Tecnologia" del Corriere propone:
I cinesi "abbassano" l'Everest di 3 metri Al via la facoltà per esperti in vita aliena Il telefono? Lo porteremo all'anulare
Mentre nelle pagine di Spettacoli e Cultura, ma anche con titolone nella main page da questa mattina, spicca la fondamentale intervista di George Clooney (a Style, mica al Corriere: ma basta citare le fonti in piccolo...)
"Care donne, che noia fare il sex symbol"
(A proposito: Scienze e Tecnologia, contrapposto a Spettacoli e Cultura. Le scienze servono alla vile ma utile pratica, la Cultura è eterea e strettamente umanistica. Ovviamente il problema non è solo del Corriere - finora ho incrociato un articoli di scienza nelle pagine "Cultura" solo sul manifesto. No, la filosofia della scienza non vale: è scienza come sono donne Josephine e Daphne.) Update della mattina dopo: Il Corriere ha pubblicato un trafiletto di agenzia a proposito di Aumann e Schelling. Ai lettori tracciare collegamenti tra questo e i fatti di economia italiana che dominano le prime pagine.

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OOooOOoooOoOOOOoooléèéèéééé!

Nobel per l'economia a Aumann e Schelling. (Ahem. Mi ricompongo. Tra l'altro, Repubblica non spara nemmeno troppe cavolate nel dare la notizia.)

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domenica, ottobre 09, 2005

Il Sito Altisonante Che Libera La Mente.

È il sito più delirante che abbiate mai incontrato (se ne avete incontrati di migliori, segnalatelo). È la Compagnia Della Nuova Sapienza. È qui. Buon viaggio.

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venerdì, ottobre 07, 2005

La teoria dei giochi è un'arte marziale.

Quando avevo citato il fondamentale testo di teoria dei giochi di Eric van Damme sapevo che qualcuno sarebbe arrivato qui cercando l'ahimé ben più noto Jean-Claude van Damme. Ma non potevo certo immaginare un referrer gustoso come
jean claude van damme al momento che sta' facendo
(E di nuovo, tutti insieme: Ma saranno C***I suoi?)

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Intanto.

Sto studiando per il GRE. La maggior parte dei miei problemi in materia è riassumibile in: devo contare con dei numeri. Ora, capirete anche voi che per una laureata in matematica questo non sia un problema da poco. No, sono seria. Ho meno di una settimana per imparare a cavarmela con le divisioni con la virgola. A peggiorare il tutto, ci sono quei maledetti grafici da leggere in fretta: e io sono pesantemente astigmatica. (Sentitevi liberi di ridere.) Comunque studio e spero, in puro stile "confida in Dio e tieni asciutte le polveri" (uno dei miei motti preferiti). Intanto, soprattutto, sto riprendendo a vivere normalmente e piacevolmente - senza una tesi da consegnare. E accanto al fiancé, e che delizia. Sono andata al cinema a vedere quel film dell'orrore mascherato che va sotto il titolo di La fabbrica di cioccolato, e a volare con il Castello errante di Howl; ora voglio buttarmi su Viva Zapatero (anche se la Guzzanti non mi piace, mi interessa) e Good Night, and Good Luck (ne ha parlato male il critico borzettaro di diario). Libri, pochi. Il libello di Giorello sulla laicità, un agile saggio su protestantesimo e capitalismo; un pacco di fumetti. Ho lì un articolo che vorrei leggere e rigirare un po', ma non trovo il tempo. Ecco: non vedo l'ora di chiudere il GRE per rimettere mano a un po' di matematica vera. Mi sono messa a cantare nella corale della chiesa. Il che ha almeno tre vantaggi (ok, quattro, considerando che il nuovo maestro è un trentaqualcosa-enne mezzo danese - you know, Viggo Mortensen?): riprendo ad avere una vita sociale (ok, partire non riconoscendo la moglie del nuovo pastore non è quel che si dice un debutto in grande stile: ma non penso che lei se ne sia accorta), ascolto bella musica (questa sera: Lutero e Schubert), e riprendo il controllo dei miei polmoni (che dopo la radioterapia di sei anni fa fanno ancora le bizze: ma mo' li sistemo io a colpi di scale). Domenica prossima ricomincia il catechismo. Ho l'impressione che tenere fermi sette quindicenni dalle 10.45 alle 12.15 di una domenica mattina sarà un'impresa impossibile. Senza ricorrere al bromuro, intendo. Inizio ad avere un sospetto su perché i cattolici facciano cresimare i ragazzini prima dell'adolescenza: tengono alla salute dei catechisti e all'integrità strutturale dei luoghi di culto. (NOTA BENE: la frase precedente era una BATTUTA. Ripeto: BATTUTA. Non intendo iniziare un summit sull'ecumenismo a partire da questa boutade - piuttosto si può fare partendo dal tema "lo stupore del catechista davanti alla mise della catecumena quattrodicenne: una base per una solidarietà cristiana".) E poi, dovrò capire cosa fare da grande. E soprattutto dove. Per ora mi sembra che il meglio sia l'Europa del Nord, o la Spagna: ma i pensamenti sono comunque tanti e intensi e arzigogolati.

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martedì, ottobre 04, 2005

So che alcuni apprezzeranno.

Alcuni a cui piace la goliardia, la fantascienza caciarona, e la cultura (più o meno) queer - ad esempio. Ladies and gentlemen... The Ambiguously Gay Duo! (Attenzione: Il motivetto vi resterà attaccato alle orecchie per una settimana. Io vi ho avvertito.)

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