(Pensatelo detto con tono da Oscar François de Jarjayes) Oh, Andreu!
[Avvertenza: post ad alto tasso di snobismo scientifico. Siete avvisati.] Antefatto. L'Ineffabile: Te lo leggi a letto, prima di dormire. Sabato mattina. Io, tutta arzilla (anche se un po' turbata dalle 900 pagine), me ne vado alla fida biblioteca di Scienze Politiche a prenderlo in prestito. Peccato che, avendo lasciato ufficialmente l'università, io possa prendere in prestito libri dalle biblioteche universitarie solo se provvista di una lettera di malleveria (sic) dell'Ineffabile. E vabbé. Ma, un attimo! È un libro di economia, dopotutto! Un libro di testo di una materia non esattamente di nicchia - insomma, non è una roba per quattro gatti snob di matematici: l'economia la studiano in tanti, e pure umanisti... Ci sarà in Sormani, no? La Biblioteca Centrale di Milano, vuoi che non abbia un testo di microeconomia? Non ce l'ha. Mi dispiace, ma guardi che siamo una biblioteca umanistica. No, tesoro. Siete la biblioteca centrale di Milano. Non siete la biblioteca del dipartimento di lettere e filosofia: quella è una biblioteca umanistica. E testi tecnici, di nicchia, a ben vedere li avete. Solo, ovviamente, che sono testi di cose normalmente considerate cultura, e un libro con delle formule matematiche non è una cosa normalmente considerata cultura; ma come posso pensare che qualcuno colto o sano di mente lo possa voler leggere? (Abbondano, invece, i raffinati appassionati di filologia romanza. Li vendono alla dozzina.) Vabbé, ora torno a quel che devo studiare; e al navigare tra siti di università-da-implorare. Ma resta quel vago istinto di sfasciare qualcosa - un qualcosa che assomiglia a un dipartimento di scienze umanistiche della comunicazione.