lunedì, aprile 23, 2007

A questo posto ancora non ci credo (edizione S.Giorgio).

Alla stazione del treno, seduta tra una signora dall'accento di Lady Tottington che discuteva con il proprio architetto di giardini e una mamma che spiegava al pargolo cinquenne che Dr.Who is escaping from the Daleks, 'cause the Daleks are baaaaddies.

Alla mensa dell'università, menu speciale inglese (con pavese di bandiere bianche e rosse) per S.Giorgio.

E a questo punto siete anche liberi di non credere a questo tripudio di stereotipi (potrei aggiungere che Ryan from Ohio ha tenuto in testa il cappello da baseball per tutta la giornata, lezioni comprese; e che James from London ha bevuto il solito té con il latte per accompagnare uova, baked beans e sausages nella colazione delle 11). Ma potreste anche fidarvi, visto che se volessi fingere non esagererei così tanto.

E già che vi fidate: la migliore vista di Londra si ha da metà circa del Waterloo Bridge.

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mercoledì, aprile 18, 2007

I've been to Earth.

Gli ultimi dieci minuti della terza season di Battlestar Galactica non saltano lo squalo per un capello. Un capello di puro genio.

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martedì, aprile 17, 2007

Rockstar.

C'ho la foto con il Genio Greco. A dirla tutta ne ho un paio, e anche migliori, sono sicura che se vi interessa le troverete. Ma questa è stata fatta proprio con lo spirito dei fan che vanno dalla rockstar a chiedere l'autografo: ed è un ricordo piuttosto divertente.

(Qui una foto in cui il Greco mostra tutto il suo côté da Indiana Jones.)

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sabato, aprile 14, 2007

Aaagh.

Strizza da esami. Il marito ha messo in casa un SuperMarioWorld, e io mi sento come Lisa Simpson in uno dei miei episodi preferiti. (Tra l'altro, domani passa da Londra mia mamma, reduce da una settimana a strafogarsi di aragoste a Provincetown - anni di orgoglio gay, e i tuoi genitori vanno a fare l'unica coppia etero di P-Town, quando si dice l'ironia.) Meno due numeri alla fine di Strangers in Paradise, abbiamo avuto il bacio che aspettavamo da più di dieci anni e Katchoo, beh, Katchoo. Leggetelo. Non capisco i sequential equilibria. Nulla. E il private monitoring ch incombe non lo capiscono nemmeno quelli di economia, andiamo bene. Meno cinque numeri alla fine di Y - the Last Man, la battuta "I'm an Ivy League lesbian, bitch. You honestly think I've never fenced before?" è diventata la mia battuta di cappa e spada preferita, e parteggio per 355 e i suoi ferri da calza ("are you knitting a rifle cozy?"), e se le capitasse qualcosa di brutto Brian K.Vaughan deve guardarsi le spalle. (Pia Guerra no, una donna fumettista non si tocca.) La mia monomaniacalità cozza con il dover preparare cinque esami insieme. Come cavolo si fa a non pensare allo stable marriage mentre lotti con i cav e i vex? E a proposito: perché il min-max di uno è il max-min di un altro? (Immagino perché: uno è più israeliano dell'altro. Ma il caos della notazione che risulta è roba da far diventare antisemita Simon Wiesenthal.) La salute tiene abbastanza, per fortuna le giornate sono finalmente belle lunghe. Tra una settimana il consorte incontrerà l'unica ex compagna di collegio con cui sono ancora in rapporti: penso si troveranno bene. Meno di due mesi all'esame-mostro, obiettivo, 60%. E poi la dissertation, diamine, cosa cavolo ci scrivo? Dove sono? Cosa veggio? (Che insolenza andate fuor / andate fuor / andate fuoooor!... va bene, mi riprendo dalla foga Mozart/DaPonte-iana.) No, non mi metto a linkare come si deve, l'episodio dei Simpson se qualcuno lo indovina lo segnali nei commenti che vince un bacio sulla guancia morale. Vado a cercare di capire i malefici equilibri sequenziali nei signalling games. Good night, ladies. Good night, sweet ladies.

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mercoledì, aprile 11, 2007

Sconsolata dal consolato.

Sono passati otto mesi dalla mia domanda per l'iscrizione all'AIRE. Due mesi fa non ero ancora iscritta. Oggi ho passato l'ora e mezza in cui i centralini telefonici sono funzionanti a cercare di parlare con l'ufficio: impresa vana. A presentarsi al detto consolato nelle tre ore di apertura mattutina ti rimandano quasi sempre indietro dicendo di telefonare nel pomeriggio, e se non ti rimandano indietro devi farti la coda di una mattinata.

Sono autorizzata a perdere il mio aplomb, vero?

[Citazione del giorno: "Con la 'T' come 'Timeo Danaos et dona ferentes'?" - avanti che la riconoscete...]

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sabato, aprile 07, 2007

Se non che (un altro club).

Come spesso capita quando me la prendo a cuore, è venuto fuori un post intricato. Chiedo venia, eccetera.

Nei commenti dei blogger gay[*] alla vicenda del ragazzo di Torino ucciso dall'omofobia[0] c'è un sottofondo costante: noi siamo sopravvissuti, e portiamo il lutto di tutti quelli che non ce l'hanno fatta.

Mi ricorda in maniera precisa quello che descrivevo sugli (ex) malati di tumore qui. Se non che.

Se non che, i gay non sono malati più dei mancini.[1] Se non che, in Italia ormai non importa, evidentemente. Perché ovunque nel mondo civile[2] una scritta come quella apparsa sui muri della Libreria Babele[3] esigerebbe una condanna sdegnata da tutto l'arco parlamentare.

E invece. Rileggendo all'indietro il blog, incappo in questo post, scritto alla "vittoria" della "sinistra" di un anno fa: e sono sempre più convinta che quel biglietto di sola andata sia stato un acquisto ottimo, ncessario. Se non che.

Se non che, ancora una volta avercela fatta (e la vita è un imperativo, credo) porta il lutto di quelli che sono rimasti.

Se non che.

A margine, mi ricordo di due cose che diceva Simonpietro. La prima era che il coming out e il dichiarare la propria fede avessero più di un punto in comune: una dichiarazione di amore che ti espone[4], una presa di coscienza di ciò che si è in relazione agli altri - all'Altro.

L'altra idea - la più importante - che Simonpietro mi ha lasciato è che "noi viviamo nel Sabato prima della Pasqua". Noi sappiamo della morte, possiamo al più credere alla resurrezione: ma della resurrezione non abbiamo la conoscenza, non supportata da prove.

Se non che, io ci credo. Io non posso non crederci. E quindi, Sciltian: quando andrete a farvi una birra con il tuo amico (o qualunque sia l'equivalente di "farsi una birra", Lì), posso unirmi a voi, a brindare a una Domenica senza lutto, dove questo post non ha senso?

Intanto, buona Pasqua a tutti.

[*] Gay e non, qui una "rassegna blog": Aelred, Anelli di Fumo, Disorder, Fabristol, Fireman, Gattopesce, Malvino, Queerblog, Teo, Tom, Trimanda/1, Trimanda/2, Vendita Galline, Yoshi.
[0] Ucciso dall'omofobia sia che fosse gay o no. E non voglio sapere se lo fosse, la sua intimità mi paria sia stata violata abbastanza.
[1] Checché ne dica la Binetti, checché ne dicesse quella psichiatra in cui incappai all'età di quattordici anni, che per sei mesi mi ripeté come facessi schifo perché mi piaceva una compagna di classe, e mi salvò dirle di aver visto Schindler's List e sentirla affermare che "gli ebrei governano il mondo, hanno le loro riunioni e si accordano per escludere i cristiani" - e solo lì trovai la forza di scappare. Ma il suicidio l'ho contemplato anche io, oh yeah: e chiunque mi conosca sa quanto sia affamata di vita.
[2] Civile: in cui i cittadini sono al centro della vita politica. A prescindere da razza, opinioni religiose, orientamento sessuale. Nella mia attuale università il docente di matematica discreta premette dieci "non è un social commentary" alla spiegazione del marriage theorem. Nella mia università precedente, so di un gay "convinto" a lasciare il posto nel collegio "perché troppo evidente". Per andare al di là dei casi miei, questo post di Mr.Mastroviti può essere un buon punto di partenza.
[3] Milanesi! Lombardi! Filate a comprarci qualcosa, fosse anche un libro di cucina - l'ultima volta che ci sono entrata ne avevano una selezione da far venire l'acquolina in bocca a un inappetente - o una cartolina di Marlene Dietrich.
[4] Probabilmente, avere il coraggio di essere bisessuale mi ha aiutato ad avere il coraggio di dare alla fede un'altra possibilità, anche dopo aver visto un reparto di radiochemioterapia; e l'essere bisessuale e protestante hanno dato l'uno all'altro alcuni trucchi per affrontare tutti quelli - e non sono pochi - che ti guardano come l'essere da un altro pianeta - magari trendy, eh, ma sempre da un altro pianeta.

Queste note, mi rendo conto, contengono uno stillicidio di piccoli fatti. Credetemi quando vi dico che sono solo una piccola frazione di quello che mi è capitato, e io sono estremamente fortunata. Pensateci, la prossima volta che vi viene da fare una battuta sui gay, o peggio ancora - sì, ho detto "peggio ancora" - da stare zitti quando uno ne fa.

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