giovedì, luglio 26, 2007

Famiglie.

C'è un problema con lo sciacquone, i vicini del piano di sotto lo segnalano - con grande cortesia e dovizia di dettagli; ci ripromettiamo di chiamare l'idraulico e tamponiamo il problema provvisoriamente.

Due giorni dopo, uno dei due vicini bussa e trova il marito. Chiede quale sia lo stato della faccenda, e poi aggiunge: "It's not my idea to harass people, you know" - e alza gli occhi al cielo.

Il marito racconta l'aneddoto e commenta: "Sai, era proprio lo sguardo da siamo tutti e due mariti, ci capiamo".

Quando questo finesettimana il marito prenderà la questione nelle sue mani di figlio dell'homo hobbysticus, dovrò andare dall'altro vicino a prendere il té, accarezzare i cagnolini e mettermi in salvo?

Ovviamente, i vicini sono una di quelle coppie che alcuni sostengono che non siano famiglie, perché cosa vuoi che contino i sentimenti (e diciott'anni di vita insieme) rispetto a quello che hai tra le gambe?

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All the Way to London (You're Gonna Meet a Star)

Un'amica racconta di aver incontrato Hugh Grant sull'autobus, e Julie Andrews a passeggio. Claudio (che frequenta i commenti di questo blog) si è preso in braccio John Barrowman e ha delle foto che lo provano, per la mia somma invidia. Io ogni settimana passo accanto ai teatri dove recita ogni sorta di bella gente, nemmeno inizio l'elenco, questa è una città dove puoi trovarti una messa in scena di Tennessee Williams con Kevin Spacey e Colm Meaney, e Jessica Lange nel teatro lì accanto: nulla, li vedo solo sui cartelloni.

Ma ieri penso di aver incrociato Daniel Dennett davanti alla BLPES. Ma non sono proprio sicura che fosse lui, anche se la barba era proprio quella.

Sono la degna moglie di un marito Bright, eh.

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Una incombenza non sgradevole ma - appunto - incombente levata di torno; e forse riesco a far scrivere le parole "lesbica" e "pride" nel bollettino del Collegio.

Ora devo capire e scrivere una tesi di quaranta pagine in trenta giorni. Si farà. Chiedo scusa alle persone che si aspettano una mail.

E adesso: tazza di té. Forte.

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domenica, luglio 22, 2007

CorSun.

Uno degli effetti collaterali dei treni pendolari londinesi è la scomparsa della dipendenza da rassegna stampa italiana che ti trascini dall'età di sedici anni. Basta notare per due settimane a fila come i Grandi Scoop del Corriere e di Repubblica corrispondano ai titoli del giorno prima di Sun, Evening Standard, Daily Mail e News of the World. Un'indagine lievemente più accurata temo possa rivelare come anche gli articoli siano traduzioni, e non troppo precise, dai detti quotidiani - quotidiani di successo, certo, ma non esattamente di prestigio. La fioritura di signorine poco vestite di sicuro pare venire dritta dalla mitica "pagina tre del Sun", e lo strillo su ogni evento della famiglia Windsor è una copia carbone delle locandine dell'Evening Standard che infiorano la città.

Ma un articolo in cui si guarda nelle lenzuola di un Capo di Stato e leader spirituale riconosciuto da qualche milione di persone - no, nemmeno il Daily Mail credo arrivi a tanto.

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sabato, luglio 21, 2007

Proposta.

Come è noto, io non ho nulla contro gli spoiler. Se segnalati, se fatti con leggerezza goliardica o come supporto di argomentazioni degne.

Quando però qualche membro della stirpe dei cialtroni mette in bella vita i dettagli di un finale atteso da due lustri (e senza nemmeno aver letto il libro, direi), così, per far finta di essere potente come fanno i cialtroni che sgasano con la loro Punto truccata, per far finta di essere fine come fanno i cialtroni con i vestiti all'ultima moda ma senza un briciolo di eleganza, per far finta di essere intellettuale come i cialtroni che studiano le recensioni del libro del momento pur di non leggere, ecco: un googlebombing ci sta tutto, direi.

Tra l'altro, l'articolo è [spoiler se cliccate!] stupido da far accapponare la pelle. Il "maghetto" Harry ha diciassette anni, tanto più che Deathly Hallows è la conclusione di un cupissimo coming of age. Cupisismo, assolutamente britannico, al più è profondamente umano: e affatto hollywoodiano - e quest'idea che un elemento tipico delle carte di Propp sia "hollywoodiano" è qualcosa che tradisce una ignoranza abissale. Quanto all'ossessione di "chi è morto" rimando dall'ottimo Far Finta Di Essere Sani.
Ah, il libro. Se non vi basta quanto ho già detto. E' la cosa migliore che JKR abbia scritto. Ha squarci di meta-narrativa degni del miglior Tolkien - dove chiamo in causa Tolkien per il suo lavoro anche teorico sulle fairy-stories, prima ancora che come autore del Lord of the Rings. E', come si poteva immaginare già dal secondo capitolo della saga, una riflessione sulla morte e l'immortalità date agli esseri umani. E' un libro con una coscienza politica (anche se la politica è un tema meno forte che nei due tomi precedenti). Ed è anche una storia avvincente, con un paio di personaggi di cui finisci a innamorarti, e che diamine.
(A proposito, un inciso per mia sorella: Ormai l'avrai letto, quindi possiamo festeggiare: visto che, nei limiti del pubblicabile per ragazzini...?)

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Let's call the whole thing off.

(Un post di servizio.)

Per chi chiedeva della mia salute. Sto molto meglio, ma davanti all'idea che mi facessi una nottata di viaggio per starmene una settimana a 35-gradi-Celsius-la-sera il dottore ha scosso il capino. E il marito ha scosso il capino e avanzato dubbi sulla mia intelligenza. E, in effetti, pure il viaggio letto-cucina al momento sa essere un'avventura interessante. Aggiungete che devo vedere il Teutonico Supervisor prima della fine del mese. Morale: viaggio in Italia rimandato a settembre.

Se qualcuno ha un'idea di come farsi fare un rimborso da Ryanair, lo scriva nei commenti. Cambiare il volo costa più che prenderne uno ex-novo.

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giovedì, luglio 19, 2007

Mettere il mio femminismo alla prova.

Nelle ultime trentasei ore sono stata uno spot per il maschilismo.

A mo' di nemesi degli insulti che si è sempre preso chiunque sia a portata delle mie orecchie e dica "quella lì è nervosa, secondo me ha le sue cose", arriva un ciclo tanto pesante da mettermi fuori gioco: ma fuori gioco sul serio, per un attimo ho temuto di dover andare in ospedale, ché sai mai se la piastrinopenia abbia deciso di fare scherzi. Effetto immediato: salto l'appuntamento con il Teutonico Supervisor. E faccio tornare il marito da Birmingham a tenermi la zampetta. Mi sento trattare me stessa come una debole fanciullina che non riesce a lavorare, e ha bisogno del cavalier servente che le faccia il té. Vorrei tirare giù un paio di accidenti da scaricatore di porto, manco ci riesco.

Nel tentativo di distrarmi dal male (gli antidolorifici che ho in casa hanno effetti anticoagulanti: no buono) gironzolo per la rete, ché il computer sul pancino fa anche da borsa dell'acqua calda. E la curiosità ha la meglio, e ora sono a pagina 445 dell'edizione americana. (Sempre che sia vero, ma lo stile è proprio il suo.) No, "è scritto ancor meglio degli altri sei" e "lo aspetto da otto anni" non sono una scusa, come non lo è "porcapaletta l'esergo con una citazione di". Al prossimo che dice che le donne non sanno tenere un segreto non si potrà usare la qui presente scribacchina come controesempio.

Dulcis in fundo, sono così svanita e presa dalla mia meravigliosa femminilità da dimenticarmi come il negare e autoaccusarmi (contraddittorio? certo) di qualunque accidente di salute mi trattenga e il leggere sempre come va a finire qualunque storia in cui mi imbarchi, sono un paio dei tratti che ho preso dal mio pochissimo femminile padre: e preso su a mo' di copia-carbone, per la delizia degli scuotimenti di capo e degli occhi al cielo di mia madre. Come per quella faccenda che tutti e due apprezziamo l'Elisir Novasalus nell'acqua bollente, ma quello è un'altra storia.

(Sì, ho letto come va a finire - sempre che sia vero, eccetera. Domande?)

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martedì, luglio 17, 2007

La combinazione.

Peggio dell'omofobia c'è l'omofobia combinata con la stupidità tonta. Intendiamoci: io penso che l'omofobia, come ogni forma di razzismo, sia un tipo di stupidità - la chiusura a priori a un'altra categoria umana a causa di pregiudizi danneggia se stessi e gli altri, e come da definizione di Cipolla è quindi stupido.

Ma poi ci sono casi al di là di ogni reazione che non sia la risata.

Veniamo al dunque: Pride, Londra, 2007. L'uomo che un quinto del Regno ha visto baciare Christopher Eccleston in prima serata su BBC One è uno dei presentatori: e presenta il suo civil partner, e già che è il loro anniversario gli dà un bel bacio - premettendo "è la prima volta che lo bacio in pubblico", chedolcezzaohdelizia. Una fan presente riprende il tutto e lo mette su YouTube, per lo sdilinquimento di noi tutti. (Un grazie a Violetta per avermelo segnalato.) Ma il fesso è in agguato.

"Bleah, che schifo" - scrive - "non guarderò più Torchwood".

Cioé, fammi capire. Tu sei omofobo. E guardi una serie televisiva in cui tutti i personaggi notoriamente si spupazzano almeno una persona di entrambi i sessi, alieni esclusi - e siamo solo alla prima stagione?

No, tranquillo, vai avanti così. Io tengo d'occhio il sito dei Darwin Awards.

[Nota per gli altri addicted lì fuori, lo so che ci siete: btw mi sono persa quale sia la relazione omo di quello stronzetto di Owen, e quale quella etero della deliziosa Toshiko. Per i non addicted: la serie non è granché, un paio di episodi sono assai buoni, speriamo nella seconda stagione.]

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domenica, luglio 15, 2007

E ora facciamo i disinvolti,

sì certo naturale che è una trovata pubblicitaria controllata, e così via.

Resta che io da qui a venerdì a mezzanotte (devo prendere il bus notturno dell'una di notte, sì, quello che passa per Brixton, sola soletta? E lo prenderò, che vuoi che sia, se il marito è ancora nella ridente Birmingham cosa posso farci?) dovrei capire perché una dimostrazione va così e non cosà e una parte del mio cervellino starà soffrendo pensando al capitolo 36.

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giovedì, luglio 12, 2007

Obiettivo: tesi./1

Una draft dal nulla o quasi in nove giorni. Capire l'articolone in un weekend. Almeno sappiamo che "il tuo pubblico di riferimento zono io" - Teutonico dixit, e vuole anche dire che la parte facile si riduce a una pagina, e probabilmente entra in gioco anche il caso con tre giocatori...

Ma sì, ma sì. Ora li smonto, quei due e i loro gadgets.

(Entro in modalità studio: capello forcinato fino a diventare alla maschietta, maglietta imbarazzante anche se sono in biblioteca, bottiglietta d'acqua, orologio, collana e anello appoggiati ordinatamente sul tavolo, a sinistra del portatile. E stasera, cinese.)

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mercoledì, luglio 11, 2007

I can't decide.

Indietro con il lavoro, molto. Anche di più. Insomma: non ho fatto nulla. Sul serio. Un po' ho buone scuse, un po' no. Posta l'impossibilità di tornare indietro nel tempo: domani vado a vedere il prof cospargendomi il capo di cenere o no?

(Un link che c'entra solo incidentalmente. Attenzione: può causare tormentone piantato in testa.)

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domenica, luglio 08, 2007

Mi ero dimenticata quanto la convalescenza possa essere molto più difficile di quel che la precede. Sarà un'ennesima colpa della mia odiosa pigrizia: la malattia ti dà qualcosa da fare, quando passa devi (re)imparare a fare tu. E senza scuse. (E, per come sono messa, anche rapidamente - grazie.)

Comunque, per carità: sempre meglio che stare male.

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Certo, siamo sotto attacco.

Mentre ieri passeggiavo con il marito in mezzo al Tour, ho scoperto una bella storiella, che non posso non raccontarvi.

In un'isola c'è una monarchia, con vestigia teocratiche. Tanto ma non troppo tempo fa, nell'isola c'è stato un tale, di religione non proprio conforme (sempre fratello, eh: ma fratelli coltelli e all'epoca non era per dire), che ha condotto una rivoluzione e mandato il re sul patibolo. Il che, dato il carattere notoriamente flemmatico degli abitanti di queste lande, non è cosa da poco: qui si scusano se ti sfiorano il braccio in metropolitana alle nove di mattino di lunedì.

Nella capitale della monarchia, tra il Parlamento e la Cattedrale, c'è una statua. Del rivoluzionario regicida, sì, proprio lui.

La prossima volta che sentite dire che qui gli integralisti religiosi distruggeranno tutto, che siamo tutti in allarme (ah sì?), pensateci. E ridete pure.

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Un anno

e due giorni fa, mi davo al sudoku dei tavoli e dei parenti con mia mamma, mi facevo cucire addosso un cappellino, davo la caccia a ospiti dispersi, mi buttavo in un bagno turco. Ed ero spaventatissima.

Oggi sono solo felice. Felice come una sfera di cioccolato, spero si capisca che intendo.

E ora: un altro anno da portare a casa.

Grazie, marito.

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