Intanto.
Sto studiando per il GRE. La maggior parte dei miei problemi in materia è riassumibile in: devo contare con dei numeri. Ora, capirete anche voi che per una laureata in matematica questo non sia un problema da poco. No, sono seria. Ho meno di una settimana per imparare a cavarmela con le divisioni con la virgola. A peggiorare il tutto, ci sono quei maledetti grafici da leggere in fretta: e io sono pesantemente astigmatica. (Sentitevi liberi di ridere.) Comunque studio e spero, in puro stile "confida in Dio e tieni asciutte le polveri" (uno dei miei motti preferiti). Intanto, soprattutto, sto riprendendo a vivere normalmente e piacevolmente - senza una tesi da consegnare. E accanto al fiancé, e che delizia. Sono andata al cinema a vedere quel film dell'orrore mascherato che va sotto il titolo di La fabbrica di cioccolato, e a volare con il Castello errante di Howl; ora voglio buttarmi su Viva Zapatero (anche se la Guzzanti non mi piace, mi interessa) e Good Night, and Good Luck (ne ha parlato male il critico borzettaro di diario). Libri, pochi. Il libello di Giorello sulla laicità, un agile saggio su protestantesimo e capitalismo; un pacco di fumetti. Ho lì un articolo che vorrei leggere e rigirare un po', ma non trovo il tempo. Ecco: non vedo l'ora di chiudere il GRE per rimettere mano a un po' di matematica vera. Mi sono messa a cantare nella corale della chiesa. Il che ha almeno tre vantaggi (ok, quattro, considerando che il nuovo maestro è un trentaqualcosa-enne mezzo danese - you know, Viggo Mortensen?): riprendo ad avere una vita sociale (ok, partire non riconoscendo la moglie del nuovo pastore non è quel che si dice un debutto in grande stile: ma non penso che lei se ne sia accorta), ascolto bella musica (questa sera: Lutero e Schubert), e riprendo il controllo dei miei polmoni (che dopo la radioterapia di sei anni fa fanno ancora le bizze: ma mo' li sistemo io a colpi di scale). Domenica prossima ricomincia il catechismo. Ho l'impressione che tenere fermi sette quindicenni dalle 10.45 alle 12.15 di una domenica mattina sarà un'impresa impossibile. Senza ricorrere al bromuro, intendo. Inizio ad avere un sospetto su perché i cattolici facciano cresimare i ragazzini prima dell'adolescenza: tengono alla salute dei catechisti e all'integrità strutturale dei luoghi di culto. (NOTA BENE: la frase precedente era una BATTUTA. Ripeto: BATTUTA. Non intendo iniziare un summit sull'ecumenismo a partire da questa boutade - piuttosto si può fare partendo dal tema "lo stupore del catechista davanti alla mise della catecumena quattrodicenne: una base per una solidarietà cristiana".) E poi, dovrò capire cosa fare da grande. E soprattutto dove. Per ora mi sembra che il meglio sia l'Europa del Nord, o la Spagna: ma i pensamenti sono comunque tanti e intensi e arzigogolati.