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Sono in possesso del CCdA. L'Augusta Genitrice e la qui presente scribacchina sono andate a mostrarlo alla (rispettivamente) madre e nonna. La madre dell'AG e nonna della scribacchina è stata sarta e figlia di sarto; soprattutto è ancora oggi, sebbene provata dagli acciacchi dell'età, dotata di una certa verve distruttiva - il discendere da una linea di resdore emiliane non è acqua. Il suo commento è stato, quindi: Bello. Bello, proprio bello. Va' là. Proprio bello. A camminare? Bello. Proprio bello. Finalmente avete preso un vestito bello. Postilla (in cui mi vanto un po'). Il CCdA è un capo di Yves Saint-Laurent dei primi anni '70, couture. Insomma, fatto su misura per una donna, e una sola, da Monsieur YSL. Bene: mi cade come se fosse stato fatto per me. (Il Signor Vintage - assai più simpatico, al secondo incontro - dice che si era rassegnato ad esporlo e basta dopo che per anni nessuna delle sue clienti era riuscita ad entrarci bene, ma secondo me lo fa solo per intortarsi una possibile cliente futura.) Postilla alla postilla (in cui chiarisco in che senso dico Yves Saint-Laurent). Essendo stata tirata su dalla sarta di cui sopra a Milano negli anni '80, non riesco ad avere il mito dell'abito firmato - anzi, mostro una tendenza allo snobismo fin fastidiosa. Ma il mito dell'abito ben fatto ce l'ho - eccome. E - non ce n'è - ci sono stati esseri umani dotati di genio nel fare abiti, ed è giusto riconoscerlo: firma o non firma.