Dopo più di un lustro, ho i capelli corti. Ci ho messo un quarto d'ora di discussione con il parrucchiere, ma sono riuscita a trovare un taglio con cui
- non si vede la pelata da radioterapia sulla nuca (detta anche "volevo i capelli alla carloalberto ma mi è scappata la macchinetta"),
- i miei quattro fili sottili sembrano avere un ordine che non sia solo l'arrendersi alla forza di gravità,
- e sono anche carina.
Saranno stati il panciotto e la camicia maschili, ma tornando a casa mi sentivo molto - chennesò -
Annemarie Schwarzenbach (a meno della droga e della sfiga generale, prego, grazie, non c'è di che).
Il fiancé era di un altro parere:
Oh, la mia ambasciatrice romulana!
Al che la qui presente scribacchina, cresciuta ad Asimov e affini, si è semplicemente sciolta.
Anche perché - parliamoci chiaro - il modello parrebbe meno altisonante, ma vagamente di miglior auspicio.