martedì, aprile 18, 2006

...but you can learn to be you in time.

(Sono in un delirio di Beatles, sì.) A sei anni o poco meno, a fronte della mia fascinazione per la figlia beatlesiana di cari amici di famiglia (era la prima adolescente con cui venivo in contatto, viveva in una camera con due porte che davano su due stanze diverse e aveva delle amiche che parlavano in inglese), i miei genitori mi regalarono l'LP di Yellow Submarine, probabilmente pensando C'è il cartone animato, sarà adatto alla piccola. Quando qualche anno dopo mia madre si trovò a disposizione svariati biglietti per concerti di musica contemporanea (Olivier Messiaen era il pezzo orecchiabile, per intenderci) io mi bevevo tutto come se fosse cioccolata calda*. Stanotte, mentre facevo la conoscenza dei miei primi grafi da commesso viaggiatore (cavoli, se era bella quella stanza con due porte diverse su due stanze diverse ma tra loro comunicanti anche via un corridoio), ho appena fatto due più due. Non so se avete mai sentito Only a Northern Song. Intendo, sentito veramente Only a Northern Song**. Se no, eccola qui (per i primi 25 fortunati, eccetera). (Scrivendo questo post ho anche capito come probabilmente quella famiglia di amici di famiglia sia stata una delle fonti di tutte le mie ossessioni migliori***. Ma questa è una faccenda di quelle che ci vuole una vita per ripagare, mica un post scribacchiato tra un grafo e l'altro.) * Se vi chiedete il perché di questa manna musicale: il liceo interno al Conservatorio ha delle prof di matematica e fisica, e l'Augusta Genitrice era una di queste. ** Sì, questa frase è una citazione dalla tavola di Doonesbury di domenica 24 Dicembre 2001, in cui B.D. si trova per sbaglio a mangiare i brownies alla marijuana di Zonker in mezzo alle rovine del World Trade Center. Magari non ve lo siete chiesto, ma ve lo dico lo stesso, ché questo è il mio blog eccetera. *** Così, a caldo, ne vedo almeno cinque. No, sei.

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