mercoledì, febbraio 28, 2007

(No, nulla: solo che mi sento terribilmente stupida.)

(Mi automedico rapidamente con una dose di stimolante fitoterapico.)

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lunedì, febbraio 26, 2007

Viperata (post ad alto contenuto di snobismo matematico).

Esercitazione di matematica discreta, dalle 4 alle 5 di pomeriggio di un ennesimo lunedì in cui stiamo in università sette ore per farne tre di lezione - tutte e sole quelle della stessa materia. Il grosso della classe (che poi, il grosso: una decina di persone) è ancora a bersi un caffé o a ritoccare i compiti di teoria dei giochi (dovrò scriverne di questi, prima o poi); siamo in quattro nell'aula compreso il professore, e si discute del suddetto orario del cavolo.

Il professore racconta come i matematici non amino mettere lezioni prima delle undici di mattina, ma d'altra parte, le aule son quelle che sono, e ci sono anche i dipartimenti di economia, di legge, di gender studies, di sociologia...

E qui il biondo Ryan, tranquillo come se stesse notando che beh, in effetti sono proprio le quattro e cinque minuti, se ne esce con la perla:

"Oh, well, I don't think your ability to do gender studies can be hampered by waking up at seven."

Seguono rapide considerazioni sconsolate su quanti studenti frequentino i detti dipartimenti in confronto agli aspiranti matematici. Ma la viperata dà al tutto una meravigliosa spolverata di pepe.

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sabato, febbraio 24, 2007

Tutto e altro tutto (compreso Giacomo Leopardi e Tex Willer), da lontano.

L'inevitabile post sulla crisi di governo.

Sono stati due pirletta presi dal delirio di essere dei Che Guevara. No, il Vaticano ha messo in chiaro che non si devono considerare cittadini anche i froci. Ma no, è la mancanza di cultura scientifica in Italia, per cui si hanno problemi con le addizioni a tre cifre. Il caso, la sfiga pura. Dei comunisti omofobi associati con il Vaticano e le forze della discalculia hanno fatto una macumbona degna di un Tex ambientato a New Orleans.

Non mi preoccupa cosa sia stato. Mi preoccupa che siano tutte ipotesi plausibili, e nemmeno in contraddizione. Ok, la macumbona bonelliana è un'iperbole: ma pure all'ultima ipotesi non mi sentirei di dare probabilità nulla - d'altra parte il signor Guevara i maricones li metteva in galera.

D'Alema è stato stupido, come da leggi di Cipolla. Andreotti è vecchio, come da anagrafe. Una manovra per un Partito Democratico senza comunisti. Una manovra perché nel Partito Democratico i comunisti contino di più. D'Alema non è uno stupido, Andreotti sarà lucido fino a due anni dopo la morte fisica.

Non è così importante, alla fine: conta di più la mancanza di stupore davanti al fatto che i diritti civili sono la prima cosa a cadere, i cattolici i primi a godersi le spoglie, manco due giorni e pare che tutto rientri nelle magnifiche sorti e progressive.

(Alla prossima eruzione vulcanica, mandate una cartolina. Se non è quella che vi sommerge del tutto. Qui vi si pensa, amigos. Da lontano, sempre più lontano.)

Update del 27 febbraio: Oh diamine, porto sfiga?

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venerdì, febbraio 23, 2007

Londra (la vita).

District line, quattro di pomeriggio di giovedì. Accanto a me, un signore con barbona (e abito tradizionale il cui nome mi sfugge) che accompagna una moglie in niqab. Di fronte a me, una coppietta gay di mezza età che si saluta con un bacio (il che è notevole, data la riservatezza del londinese medio sulla tube).

I passeggeri continuano a fare i loro sudoku sul giornale gratuito.

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Parigi (o cara).

Mi rendo conto che fa terribilmente gauche caviar, ma d'altra parte è vero: vado con una certa regolarità a Parigi da quando avevo sei anni. Ogni volta la vedo diversa - ogni volta mi scopro diversa vedendo Parigi.

Una settimana fa, per la prima volta, mi è sembrata decisamente invecchiata. Con garbo, percarità, non come Venezia[1]. Ma quel che c'è di abbordabile non è nulla di nuovo, mentre quel che c'è di nuovo è carissimo - e nemmeno così nuovo. E le frotte di turisti (gli italiani tutti nel Quartiere Latino[2], anche in questo non sono usciti dagli anni '60; quelli più svegli nel Marais) avevano una terribile aria di starsi godendo le (ultime?) spoglie di un bottino.

Io mi sento più adulta, ma non vecchia. Sono pronta a costruire, non a saccheggiare.

Me ne sono tornata a Londra con il programma di sala di un Don Giovanni bellissimo e cupissimo. Ho saltato a pié pari le parti "Mozart, nostro contemporaneo" e "Il libretto del Don Giovanni, un tesoro francese"; mi sono riletta tre volte le note di regia di Michael Haneke[3] (in inglese, francese e tedesco: il resto del programma era solo in francese).

E una trentina di euro di cibo francese[4], per festeggiare un successo di lavoro del marito e darmi la carica per scrivere la tesi.

[1] Commento della compagna di camera in ostello[1.1]: "La prossima volta, mi chiederanno soldi per respirare. E non ne valeva la pena." Detto da una tutt'altro che lagna, una compionessa nazionale (brasiliana) di pattinaggio[1.2] che si è data allo studio delle relazioni internazionali.
[1.1] Palazzo bellissimo - anche se il quarto piano senza ascensore non è comodissimo. Il primo receptionist in cui sono incappata era di una scortesia abissale (e non voleva farmi rientrare dopo l'una), gli altri sono stati estremamente cortesi e civili.
[1.2] Gli incontri che fai in ostello sono sempre incredibili.
[2] Mi rifiuto di andare a Montmartre, per inciso. Ho già dato.
[3] Il Commendatore è il padrone dell'azienda; Don Giovanni il nuovo CEO, Leporello il suo segretario (e amante occasionale, in un rapporto un po' sadomasochistico); Zerlina e Masetto lavorano nell'impresa di pulizie. Funziona.
[4] Cuisse de canard confit, terrina di coniglio con noci, paté di porco d'Auvergne, salame; una challa e un bagel dal Marais, dove (da Florence Finkelstajn, rue de Rosiers) ho mangiato un'aringa in salamoia che rappacificava con il mondo.

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giovedì, febbraio 15, 2007

Ma passion predominante è la giovin principiante.

Avendo di fronte le frenetiche settimane di fine term, sono così incosciente da andare a farmi tre giorni a Parigi, con due serate due all'Opera.

A questo proposito, mi pare appropriata la seguente citazione (appropriata su molti livelli, abbiamo anche un diavolo e un'opera...):

Robot Devil: Well it so happens I'm in the mood to make a deal with you.
Bender: Forget it. You can't tempt me.
Robot Devil: Really? There's nothing you want?
Bender: Hmm. I forgot you could tempt me with things I want.

Statemi tutti bene, ma proprio.

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domenica, febbraio 11, 2007

C'è una pinguina nuova per casa.

Si chiama Susan, nel senso di Storm, tanto per restare sul tema Marvel-iano degli altri computer di casa. Per i dettagli tecnici, andate nei commenti del marito; io posso aggiungere che è davvero un piacere giocarci e lavorarci.

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venerdì, febbraio 09, 2007

Maths-ercard.

Dover recuperare un'ora rubata ai compiti di matematica discreta: tazzona di caffé, 55p.

Superare lo sconforto da seminario incomprensibile: barretta ananas miele e riso soffiato, 95p.

Vedere l'advisor che si accascia su un banco davanti alla slide 30-su-72 (spaziatura 1, corpo al più 13), e il tuo prof-terrore che si abbiocca al decimo minuto di un conferenziere che parla più in russo che in inglese: non ha prezzo.

(Schadenfreude allo stato puro. Non male.)

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giovedì, febbraio 08, 2007

We shall overcome (someday).

Stai per metterti a scrivere un post sui cavoli tuoi (una conferenza particolarmente ostica), decidi di lumare il sito del Corriere. E vedi come per certa gente sia un brillante compromesso di sinistra una legge per cui ci vogliono tre anni per iniziare ad avere qualche diritto. D'altra parte, se sei normale, c'hai il matrimonio, ed eventualmente la Sacra Rota con cui non devi nemmeno pagar gli alimenti (previo pagamento, meglio se conoscendo qualcuno, e avendo avuto cura il giorno prima del matrimonio di confidare a un amico che hai un po' di strizza del gran passo).

Al che vorresti scrivere un post su come tre anni fa tu e tuo marito vi conoscevate appena. Su come tutti i tuoi parenti (spesso proprio perche' cattolici) siano stati ammirati dalla decisione di non prendere tempo nel prendersi questo impegno di dichiarare pubblicamente che si era (anche) due parti di una cosa sola. Su come sai benissimo, essendo bisessuale, che i modi dell'innamoramento sono vari e comuni quanto l'umanita' che si condivide.

Vorresti scrivere di come nessuno abbia fatto un esame prima del matrimonio a quel tuo pro-pro-zio che a ottantadue anni si sposo' la badante venticinquenne (lasciando a bocca asciutta una cugina che gia' si vedeva ereditiera, e regalando grandi occasioni di pettegolezzo per il resto della famiglia). Di come nessuno proibisca a una moglie maltrattata di restare con il marito (e si' che la prima causa di morte per le donne nel mondo e' quella). Della coppia che hai preso a modello di matrimonio, che si pote' sposare solo dopo vent'anni perche' lui era gia' sposato e non c'era il divorzio. Di come lo Stato abbia avuto il buon gusto di non guardare nelle lenzuola del tuo pro-pro-zio, della tua coppia preferita, di tua madre e tuo padre, nelle tue; ma voglia sapere i dettagli di quel che succede in quelle di Aelred e fidanzato, che l'ultima volta che ho incontrato tiravano dietro alle istruzioni dell'Ikea gli stessi accidenti che tiriamo il marito ed io (a meno di qualche insulto prettamente lombardo).

Vorresti scrivere. Ma non riesci a fare altro che canticchiare nella tua testa il tuo inno preferito, e sperare che un giorno forse anche l'Italia sara' un Paese civile - in cui la politica ha come referenti i propri cittadini, come scopo anche quello di renderli tutti tali, a pieno titolo. Cosi' come negli Stati Uniti un nero puo' sedersi dove gli pare nell'autobus.

Ma l'inno dice I do believe we shall overcome someday: alla liberazione credi, non la pensi del tutto possibile. E sara' un giorno.

Un giorno. Non oggi.

A mo' di postilla, un bellissimo commento di Scalfarotto: "Come se il legame tra due persone si basasse non su una promessa di un futuro in comune ma dalla constatazione che il tempo è passato."

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sabato, febbraio 03, 2007

Sarà snob, mi porterà a passare per asociale, ma non è poca la soddisfazione di far da sé - mandando implicitamente a quel paese un francesino con la puzzetta sotto il nasuccio, e ritagliandomi anche il tempo per studiare e gironzolare on my own. (Sì, probabilmente sono un po' asociale.)

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