giovedì, novembre 17, 2005

How many roads must a game-theorist walk down/3

Non posso cincischiare oltre: la scrittura dello Statement Of Purpose infesta i miei sonni. Devo scrivere chi sono, da dove vengo, e dove voglio andare. Devo scriverlo abbastanza bene da convincerli che mi vogliono dare una chance. Ho l'impressione che sia la volta in cui devo fare i conti con le mie n vite passate, e con quel che voglio fare da grande. Il che potrebbe suonare più o meno così.
"Sono una matematica. A dodici anni volevo calcolare i meccanismi di quel che facevano gli esseri umani, perché a capire quel che si implicava che io dovessi fare son sempre stata un po' imbranata. Sono stata indecisa tra il liceo classico da brava bambina e l'istituto tecnico in cui si faceva tanta matematica e tanta tecnica; ho scelto il primo un po' perché sono una secchiona e mi piaceva l'idea di imparare il greco antico, un po' perché ero una fifona terribile. Mi sono piuttosto annoiata, tranne che per un paio di poeti greci e per un po' di grammatica greca; ho imparato a vendere aria fritta in maniera solleticando le aspettative del mio acquirente. Ho letto Guerra e Pace identificandomi con Pierre Bezuchov, il che mi ha cambiato la vita. A diciassette anni ho scoperto di saper dimostrare da sola un paio di teoremi di trigonometria: il che era divertente, e serviva a far fare una figura di merda davanti a tutta la classe a quell'idiota della prof. Mi sono iscritta a matematica pensando di diventare un genio dell'algebra astratta. Non lo ero. Un paio di stronze che sceglievano le compagnie in base all'utilità accademica sono riuscite quasi a togliere ogni gioia dalla faccenda. Avevo una media più che buona. Stavo in un gineceo, pardon, collegio di merito. Facevo dei corsi paralleli, alcuni dei quali trattavano di modelli matematici: ero l'unica nella classe a divertircisi, mentre gli altri li seguivano solo perché faceva figo essere nel gruppo dei migliori studenti e dirne male. Intanto scrivevo recensioni cinematografiche su una rivista di discreto successo. Intanto l'avevo anche messo in quel posto a due linfomi, il che mi aveva fatto diventare decisamente meno fifona. Al terzo anno mi sono iscritta all'indirizzo teorico, sempre convinta di fare l'algebrista. Al secondo semestre ho scoperto la teoria dei giochi, e mi sono ricordata perché volevo fare matematica. Non mi sono ancora ripresa da quanto è bella, la TdG, e spero di non riprendermici mai. Al quarto anno ho domato più che degnamente esami a proposito di operatori, di spazi di funzioni e financo di martingale. Come anche durante il terzo anno, ho fatto la semi-esercitatrice del corso di algebra. Intanto i postumi dei linfomi si sono combinati nel mettermi nel buio più completo per due anni, in cui il mio risultato migliore è stato non suicidarmi. Ne sono uscita. Il professore che mi ha introdotto alla TdG mi ha aspettato, e mi ha dato di che rimettere in moto il mio cervellino. Mi sono smazzata un corso di topologia algebrica, un corso di topologia differenziale e una buona dose di giochi evolutivi quasi tutta da sola. Mi hanno detto che sono stata molto, molto in gamba a farlo. L'uso degli strumenti matematici più astratti nel tentativo di cogliere l'essenziale della realtà più quotidiana fa felice il mio cervellino bislacco. E ci sono così tanti problemi da risolvere, così tanti teoremi da affinare, lì fuori. E non è detto che tra tutte queste ipotesi ad hoc non si capisca pure qualcosa davvero, in fondo la vita è continua almeno quasi ovunque, e alla fine tanto stiamo in un sottoinsieme limitato in R^n. Poi, in realtà non ne so così tanto. Voglio imparare, per questo mi metto vostra disposizione: sono giovane e tosta e pronta a molto. So che ci sono posti, ad esempio da voi, dove queste cose che mi fanno felice si studiano non da soli, ma insieme ad altra gente. Altra gente, wow. Non mi pare vero di poter non essere più così sola quando studio. La mia carriera accademica dovrebbe darmi una solida base per i suddetti strumenti matematici; per la realtà ce la metterò tutta (ho pure iniziato a leggere la Microeconomic Theory di Mas-Colell, Whinston e Greene). Vi prego, fatemi dottoranda da voi. Ps: Sono pure un'ottima cuoca."
(E l'Ineffabile è sparito. Potrebbe essere a Vienna, ma anche no. Deve scrivermi la sua parte di lettere di raccomandazione. Non deve pensare che io mi stia ponendo obiettivi assurdi - per quello basta la mia strizza.)

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