domenica, agosto 31, 2008

OK by me in America.

Siamo partiti alle cinque del mattino su un taxi dalla guida sportiva persino per un taxi londinese.

Il volo è andato bene, abbiamo anche visto Kung-Fu Panda (carino) e il finale di Iron Man (sempre una delizia).

Alla frontiera siamo stati esaminati da una guardia di madre italiana. Perché gli stereotipi su New York possono essere veri.

Il viaggio in treno è stato lungo, ma non troppo.

La casa è la casa del futuro come l'immaginavano negli anni '50-'60. Meravigliosa. In più, essendo una casa americana, ha una quantità immensa di spazio, che rende ogni respiro più rilassato.

Ed essendo la casa di una teorica femminista ha libri tipo "poeti beduini donne del '900". Mordechai Richler non ha inventato nulla nella versione di Barney.

New Haven è una delizia, e oggi, con tutte le famigliole di studenti appena arrivati o appena ritornati, lo è ancora di più.

La copiosità della scelta nel supermercato americano medio è sempre inquietante.

Primo pranzo in un locale americano: panino, zuppa e cheesecake da Atticus. Delizioso.

L'art gallery dell'università ha anche un van Gogh. Così, tanto per scialare.

Stasera cena da un collega dell'Augusto Genitore. Sarà interessante per il cognato, che non parla inglese.

Domani, New York. Io vorrei puntare ai saldi di Macy's, ma forse avrò pietà del consorte.

(Niente link causa jet lag. Tanto Google lo conoscete.)

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giovedì, agosto 28, 2008

Di sacre rappresentazioni.

Qui, anche per motivi religiosi, si pensa che i crocefissi dovrebbero essere pochi, semplici, e limitati alle chiese - o alle case dei credenti, ça va sans dire.

Per dire, mi sento sempre un po' imbarazzata dai crocefissi nel decolleté. Quelli nei pubblici uffici non mi piacciono affatto, mi sembrano una mancanza di rispetto verso il simbolo (ma sì, mettiamoci un croceffisso che porta buono) e una pretesa di imporre una confessione religiosa (idea pessima sotto molti aspetti - umani, sociali, religiosi e civili).

I crocefissi cinematografici a volte mi fanno cascare le braccia, soprattutto quando sono un bel deus ex machina (no pun intended). A volte mi hanno lasciato con dei pensieri in più - non necessariamente tutti quelli intesi dagli autori dei film, ma è il bello dell'arte.

L'opera-scandalo del momento mi pare bruttina, pointless, e più attinente ai crocefissi-risolviguai (dove in questo caso il guaio è come facciamo a far parlare di noi) che non ai crocefissi che mi piacciono.

Ma di arte ne capisco poco e di arte contemporanea ancora meno (se qualcuno mi spiega mi interessa, però).

Ma, soprattutto, è il mio privato sentimento.

E se qualcuno volesse usare un crocefisso sacro per impedire che si mostri al pubblico questo crocefisso profano, mi parrebbe una violazione del sacro molto maggiore di quel che possa portare questa rana crocefissa.

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martedì, agosto 26, 2008

[sospiro di sollievo]

Dissertation consegnata. Vedrò anche di metterla online, per i curiosi.

E ora, vacanza: nonostante ci siano una marea di cose che devo studiare*, ché non so quando mi ricapiterà.

* ho più paura delle esercitazioni che devo tenere che del dottorato. D'altra parte, ho dei buchi epici nella mia matematica di base (tipo: devo ristudiare ogni anno come si fanno gli integrali), anche grazie al Liceo Classico Che Forma Tanto La Mente.

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giovedì, agosto 21, 2008

Mai dire mai.

Mi aspettano le correzioni indicate dal Teutonico. Tra cui il fatto che von S. (ossia il Teutonico stesso) vada dopo von Neumann (ossia Zur Theorie der Gesellschaftspiele) nella bibliografia - il contrario potrebbe anche fargli piacere, ma è un lieve errore.

(Comunque gli è piaciuta. Evviva.)

Update: Il Teutonico ha un occhio per gli errori tipografici da far paura. Mancano un paio di definizioni da limare, un po' di LaTeX da domare (ma si può farla sporca*), e l'impresa dovrebbe essere chiusa.

Ah, sì: devo anche scrivere all'autore di un articolo per dirgli che - ehm - ci sono un paio di errori. E avrei anche un suggerimento su come fare un teorema più potente.

* Qualcuno sa come far indentare il primo paragrafo di una sottosezione, che di default verrebbe non indentato? E senza mettere una riga vuota come primo paragrafo, non c'è spazio.

Update dell'update: scritto al professorone. Dita incrociate.

Update dell'update dell'update: risolto il problema di LaTeX. E' bastato mettere una riga con spaziatura tra le righe settata a zero. Ora mi manca la definizione più tosta della tesi da riscrivere.

Update dell'update dell'update dell'update: l'ultimo articolo controllato è stato quello da cui ero partita: bella simmetria. Domani ricontrollo gli errori di battitura, poi si chiude.

Update dell'... vabbé: erroracci controllati, anche se sicuramente me ne saranno sfuggiti a palate. Ora stampo, e domani-si-consegna!

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mercoledì, agosto 20, 2008

La tesi è finita. A meno di una correzione (tipografica, nulla di che) su cui dovrebbe pronunciarsi il Teutonico Relatore, il quale è sparito dal giorno del suo rientro a Londra.

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venerdì, agosto 15, 2008

50 pagine.

E ho il blocco dello scrittore sui ringraziamenti.

(In compenso la composizione tipografica è proprio carina, e riescono a starci anche un paio di grafi che trasformano un'affermazione apodittica in una dimostrazione. C'è voluta una sera e mezza mattina, ma ce l'ho fatta.)

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A questo posto ancora non ci credo (edizione ospedaliera).

Tra una mese e mezzo (era un mese, ho spostato per andare a un workshop) devo andare per qualche giorno in ospedale. Nulla di grave, eccetera eccetera. Ho scoperto che mi dimetteranno di domenica. Se penso a come gli ospedali italiani chiudano ogni pratica amministrativa (e a volte anche ogni pratica medica) dal venerdì sera al lunedì mattina mi viene da piangere per la commozione.

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giovedì, agosto 14, 2008

Allora, com'era Hamlet?

Bellissimo.

Nonostante due diserzioni dell'ultimo minuto (tra cui il marito, per problemi di lavoro), nonostante ci siamo mancati gli autografi di David Tennant e Patrick Stewart (ma il secondo l'abbiamo visto conversare affabilmente con Richard Dawkins e signora, per sua delizia - e in ogni caso la mia quota di autografi è stata più che riempita nel mio torbido passato da loggionista o quasi).

E' stata una delle rappresentazioni più emozionanti che abbia visto in vita mia.

Come diceva lui, aiuta il fatto che sia una delle cose più belle che siano mai state scritte. Ma

io non ho mai visto qualcuno recitare così bene, credo.

Il "to be or not to be" di un Amleto paralizzato, un Amleto che altrove mostra una fisicità dirompente (ovviamente, essendo Tennant) anche se - di nuovo - questa si risolve in un movimento continuo ma incapace di lasciare qualunque segno sul mondo. Vedi alla voce "tragico", appunto - ma un tragico composto (ché anche nelle espressioni più flamboyant si intravede un lavoro cesellato al millimetro), semplicemente ineluttabile.

Claudio smascherato dagli attori che si alza, va con calma da Amleto, e - semplicemente - scuote la testa. Solo quei dieci secondi di Patrick Stewart possono valere il biglietto.

E già che ci siamo: la trasformazione di Patrick Stewart da Claudio a fantasma a Claudio: un vero tour de force - e per fortuna senza sottotesti freudiani.

Polonio, lo sbeffeggiato e terribile Polonio - Oliver Ford Davies ha i tempi precisi come un orologio svizzero, e le risate del pubblico erano irrefrenabili. E non volevamo quasi credere che fosse morto.

Ofelia ha una presenza scenica straordinaria. Riuscire a non farsi mangiare da Tennant al "get thee to a nunnery" è già un'impresa, tenergli testa come riesce Mariah Gale (di lei abbiamo l'autografo) è incredibile.

E fino all'ultima comparsa, al dunque, un lavoro un livello incredibile.

Per chiudere, perché non andare a vederlo nella ripresa londinese di questo inverno (Lia, so che mi leggi). Perché gli allestimenti in abiti moderni e quasi senza scenografia non vi piacciono proprio. Perché non sopportate i tagli anche minimi (ce ne sono relativamente pochi, primo tra tutti il finale - la rappresentazione chiude al "good night, sweet prince" così da lasciare un magone ancora maggiore al povero pubblico). Perché David Tennant o Patrick Stewart vi sta sull'anima - sono in scena quasi continuamente, come prevedibile.

Ma soprattutto, se non vi piace alzarvi dalla poltrona con le ginocchia che tremano.

(PS: un ringraziamento immenso a Eugenio per averci scarrozzato.)

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martedì, agosto 12, 2008

Sono andata in barca sull'orlo di un tetto

(non senza pensare ai Monty Python).

Potete farlo anche voi, se passate da Londra questa settimana o la prossima.

Anche le altre installazioni sono notevoli, dall'inquietante al deliziosamente ludico. Alcune mi sono piaciute meno (il cinema/organismo: per me è tutto al servizio della pellicola), altre mi hanno incantata (la scala di garza) o mi hanno messo i brividi (le case di bambole nel buio, illuminate graziosamente e paurosamente vuote). Comunque una delle mostre più coinvolgenti che abbia visto.

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domenica, agosto 10, 2008

Beware the weeping angels.

Ladies and Gentlemen, i premi Hugo. Anche quest'anno Steven Moffat si porta a casa la sua statuetta.

(E lo sapevo, io, che non dovevo perdermi Stardust.)

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giovedì, agosto 07, 2008

Pappe buone londinesi.

Veramente delizioso. Denso, cremoso, saporito. Io ho provato un classico cioccolato extra amaro e vaniglia, ma anche il resto aveva un'aria allettante anzichennò.

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mercoledì, agosto 06, 2008

Meno sette giorni.

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lunedì, agosto 04, 2008

"Ma come va con la tesi, poi?"

Il Teutonico Relatore mi ha scritto ieri (sì, di domenica) che ha gradito la tesi, e gradirebbe ancora di più se cambiassi una mezza dozzina di cose da qui a tra due settimane.

Inutile dire che ho un sorrisone da gatto di Alice.

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sabato, agosto 02, 2008

(Dis)abilità di gruppo.

per potersi dire davvero generosi bisogna evitare di essere parsimoniosi nel chiedere, oltre che nel dare

C'è un bellissimo post di Metilparaben.

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