giovedì, maggio 10, 2007

Di amore, orgoglio, accettazione - e nemici.

Dopo aver letto l'inizio di un post. Il primo paragrafo, e poi non ce l'ho fatta, ho iniziato a scrivere. Ho finito di leggere - e ho riletto, ché a tanta vigliaccheria non ci credevo - mentre scrivevo.

(No, niente link perché ne ha già troppi.)

Ecco, io non so se lo dica credendoci, o per esercizio di retorica (in vista di esercizio di potere, magari, immagino, ma forse anche solo inebriato dalla propria parlantina - scritta in questo caso, ma lo senti che si ascolta declamare mentre batte sui tasti). Ma quell'esercizio, o quella fede, vanno a uccidere gente, a distruggere vite, a ferire quotidianità di amori. E quella quotidianità è la mia, ché io sono sempre (e sarò sempre, sempre orgogliosa) una di quelli lì, anche se formalmente - e di quel formalmente, di cui sono orgogliosa (di nuovo: dell'amore si deve essere orgogliosi, lo spiegava anche Arlene Greenbaum in Feynman a suo marito, e suo marito decenni e Nobel dopo si commuoveva e raccontava - ed era orgoglioso), sono orgogliosa, dicevo, di far sfoggio al dito ogni istante ché ogni istante sono orgogliosa di quel formalmente, di quel formalmente di cui quelli come lui quasi mi fanno vergognare, ché si battono perché quel diritto sia un privilegio o peggio ancora della lotta perché non lo sia fanno un'occasione di onanismo di retorica, e mi insozzano il mio amore nel momento in cui gli dò forma e lo mando per il mondo, legato al mio dito e al mio cuore.

Ora: io tendo a considerare tutte le esperienze umane degne di nota. In particolare sono convinta che il sesso e la fede - le forme dell'amore, al dunque - siano al di là del giudicabile. Posto che coinvolgano adulti consenzienti, davvero: come il Buon D*o ti dà in sorte di amare L*i e gli altri esseri umani, te lo prendi in sorte e ci vivi insieme cercando di farne il meglio che puoi. Tutto lì.

E lui scrive che in fondo - il trucchetto retorico non è nemmeno dei più nuovi - chi accetta l'amore e chi lo cancella in fondo sono la stessa cosa, visto che sono tutti e due in piazza. E quindi meglio andare dalla parte con i muscoli più grossi - e poco conta che sia quella che vuole cancellare gli altri, sono grossi, vorremo mica perdere tempo con i perdenti. E io ho di nuovo sedici anni e sono l'unica al mondo che, e mi sento morire. E io ho quasi trent'anni, e sono felice e sposata e bisessuale e orgogliosa di quel che sono e ho fatto, e amo profondamente la pace: ma quest'uomo è mio nemico. Un nemico per cui provo odio, mio malgrado, che mi fa morire, che combatterò finché ho fiato, ché ne va della mia vita.

E non ho nemmeno paura di linkarlo.

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