Come spesso capita quando me la prendo a cuore, è venuto fuori un post intricato. Chiedo venia, eccetera.
Nei commenti dei blogger gay[*] alla vicenda del ragazzo di Torino ucciso dall'omofobia[0] c'è un sottofondo costante: noi siamo sopravvissuti, e portiamo il lutto di tutti quelli che non ce l'hanno fatta.
Mi ricorda in maniera precisa quello che descrivevo sugli (ex) malati di tumore qui. Se non che.
Se non che, i gay non sono malati più dei mancini.[1] Se non che, in Italia ormai non importa, evidentemente. Perché ovunque nel mondo civile[2] una scritta come quella apparsa sui muri della Libreria Babele[3] esigerebbe una condanna sdegnata da tutto l'arco parlamentare.
E invece. Rileggendo all'indietro il blog, incappo in questo post, scritto alla "vittoria" della "sinistra" di un anno fa: e sono sempre più convinta che quel biglietto di sola andata sia stato un acquisto ottimo, ncessario. Se non che.
Se non che, ancora una volta avercela fatta (e la vita è un imperativo, credo) porta il lutto di quelli che sono rimasti.
Se non che.
A margine, mi ricordo di due cose che diceva Simonpietro. La prima era che il coming out e il dichiarare la propria fede avessero più di un punto in comune: una dichiarazione di amore che ti espone[4], una presa di coscienza di ciò che si è in relazione agli altri - all'Altro.
L'altra idea - la più importante - che Simonpietro mi ha lasciato è che "noi viviamo nel Sabato prima della Pasqua". Noi sappiamo della morte, possiamo al più credere alla resurrezione: ma della resurrezione non abbiamo la conoscenza, non supportata da prove.
Se non che, io ci credo. Io non posso non crederci. E quindi, Sciltian: quando andrete a farvi una birra con il tuo amico (o qualunque sia l'equivalente di "farsi una birra", Lì), posso unirmi a voi, a brindare a una Domenica senza lutto, dove questo post non ha senso?
Intanto, buona Pasqua a tutti.
[*] Gay e non, qui una "rassegna blog": Aelred, Anelli di Fumo, Disorder, Fabristol, Fireman, Gattopesce, Malvino, Queerblog, Teo, Tom, Trimanda/1, Trimanda/2, Vendita Galline, Yoshi.
[0] Ucciso dall'omofobia sia che fosse gay o no. E non voglio sapere se lo fosse, la sua intimità mi paria sia stata violata abbastanza.
[1] Checché ne dica la Binetti, checché ne dicesse quella psichiatra in cui incappai all'età di quattordici anni, che per sei mesi mi ripeté come facessi schifo perché mi piaceva una compagna di classe, e mi salvò dirle di aver visto Schindler's List e sentirla affermare che "gli ebrei governano il mondo, hanno le loro riunioni e si accordano per escludere i cristiani" - e solo lì trovai la forza di scappare. Ma il suicidio l'ho contemplato anche io, oh yeah: e chiunque mi conosca sa quanto sia affamata di vita.
[2] Civile: in cui i cittadini sono al centro della vita politica. A prescindere da razza, opinioni religiose, orientamento sessuale. Nella mia attuale università il docente di matematica discreta premette dieci "non è un social commentary" alla spiegazione del marriage theorem. Nella mia università precedente, so di un gay "convinto" a lasciare il posto nel collegio "perché troppo evidente". Per andare al di là dei casi miei, questo post di Mr.Mastroviti può essere un buon punto di partenza.
[3] Milanesi! Lombardi! Filate a comprarci qualcosa, fosse anche un libro di cucina - l'ultima volta che ci sono entrata ne avevano una selezione da far venire l'acquolina in bocca a un inappetente - o una cartolina di Marlene Dietrich.
[4] Probabilmente, avere il coraggio di essere bisessuale mi ha aiutato ad avere il coraggio di dare alla fede un'altra possibilità, anche dopo aver visto un reparto di radiochemioterapia; e l'essere bisessuale e protestante hanno dato l'uno all'altro alcuni trucchi per affrontare tutti quelli - e non sono pochi - che ti guardano come l'essere da un altro pianeta - magari trendy, eh, ma sempre da un altro pianeta.
Queste note, mi rendo conto, contengono uno stillicidio di piccoli fatti. Credetemi quando vi dico che sono solo una piccola frazione di quello che mi è capitato, e io sono estremamente fortunata. Pensateci, la prossima volta che vi viene da fare una battuta sui gay, o peggio ancora - sì, ho detto "peggio ancora" - da stare zitti quando uno ne fa.