martedì, luglio 19, 2005

Quel che ricordo.

Ricordo che la sera prima sono andata in quel posto che non è un Senato Accademico (come diceva Hilbert) per un'attività tipicamente femminile ed estiva, e uscita da lì mi sono presa delle quasi-zeppe di sette centimetri (a occhio) arancioni. Ricordo che alle undici e mezza stavo ancora stampando lucidi. Ricordo che la mattina su Fox davano il primo episodio di Buffy, giusto a metà tra la penultima e l'ultima prova. Mi è sembrato di buon auspicio. Ricordo che l'Augusta Genitrice era vestita molto di azzurro (io: come al blograduno piacentino). Ricordo che arrivata a Pavia ho spedito i genitori al bar e mi sono intrufolata nel Dipartimento per riorganizzare le idee; e dopo cinque minuti sapevo esattamente cosa dire. Ho ciciarato un po' con i dottorandi, carini e premurosi. Ricordo che il mio amico M. e la mia sorella at heart sono usciti a Binasco e io ho pensato "cazzo, questi arrivano domattina". Ricordo che il prof. aveva una maglietta molto rossa, e .mau. non me lo aspettavo così alto. E il fiancé era bellissimo e quasi più emozionato di me, anche se non lo mostrava. Io invece ero molto più calma di quel che sembravo. Proviamo come vanno messi i lucidi. Il custode (il nostro Hagrid, anche fisicamente): "Bacchetta laser?" L'Ineffabile: "No, che ci acceca la commissione." Usciamo. Il fiancé fa la stessa battuta. Evidentemente ero molto meno calma di quel che mi sentivo. Per un po' c'è stata la pupattola. Dei ventiepassa lucidi sono stati usati solo gli esempi (con un effetto di trasparenze che si incrociavano non male, me lo dico da me), la paginata delle definizioni per evitare di perdere tempo a parlare di classi di Thom, i teoremi per far vedere quanto sono belli, e tre pagine scritte fittefitte di prodotti cap che sono stati passati rapidamente sulla lavagna per fare un po' di terrorismo (stile: quei tre libri di topologia in bibliografia non sono lì per bellezza). Li ho anche fatti ridere. La battuta sulle ipotesi limitate di razionalità nel caso degli agenti di borsa era stata preparata con l'Ineffabile, la chiusura sul non giocare come strategia possibile (perché i film che ti hanno segnato l'infanzia tornano fuori nei momenti più inaspettati) era improvvisata. Ricordo che il bar di ingegneria era deserto. Ci chiamano. Dieci minuti abbondanti. Ci sparano i voti. Io ancora non sono sicura di quel che ricordo di aver sentito. Strette di mano. Dopo una pinta di birra con il sottofondo rilassante del papino, di Farfi e di M. che discutono di tour inizio ad avere un po' di controllo sulle mie ginocchia. E meno male, ché per strada c'è anche l'inevitabile incontro tra il mio corredo di genitori al completo e la metà femminile di quello del fiancé. Sonno, pastasciuttona. Potter. Ho ripreso a dormire solo sabato sera.

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