Separati in università.
Leggo da Luthor (e poi da Panda) della docente torinese minacciata per le sue posizioni filo-israeliane. C'è un punto della sua lettera che mi ha lasciato di sale. A questi studenti non piace ciò che insegno perché parlo d’Israele, ma di fatto non sono obbligati a inserire il mio corso: ve n’è uno parallelo nel quale si parla soltanto di Palestina, dal punto di vista palestinese. Di colpo, mi vedo un'Università in cui gli studenti non seguono corsi per scoprire il mondo, ma solo per avere più argomenti a favore delle proprie tesi. In cui ci sono due università parallele e distinte che non si incontrano mai, quella dei filopalestinesi e quella dei filoisraeliani. E stanno a un capello di distanza, ma nemmeno si vedono. E questa prospettiva (non è ancora così, la professoressa in questione ha un collaboratore islamico e immagino che ci siano anche degli ebrei in corsi che trattano di Palestina) mi sembra ancora più triste delle minacce di quattro cretini. Noterella, prima che si scatenino i commenti: so benissimo delle violazioni dei diritti umani nello Stato di Israele, sì, anche di Mordechai Vanunu, e mi fanno schifo né più né meno delle violazioni dei diritti umani nel territorio dell'Autorità Palestinese; so delle case distrutte come rappresaglia e mi fanno schifo quanto le bombe sugli autobus più la rabbia che quello dovrebbe essere l'esercito di uno Stato democratico, e so che i morti nel conflitto sono in maggioranza palestinesi, e da entrambe le parti sono in maggioranza civili - come in qualunque schifosissima guerra moderna. Detto ciò, in questo post si parlerebbe di altro.