sabato, maggio 07, 2005

(Non) concepire/2.

Poco più di un quarto di secolo fa la combinazione dei mezzi DNA dei miei genitori avrebbe potuto produrre me (come poi è effettivamente successo), ma anche qualcun altro - chiamiamola Caterina. Caterina è alta più o meno come me, magari un po' meno formosa; anche lei diventa color aragosta al primo raggio di sole e non ha gli occhi grigi che abbiamo sempre invidiato a nostro nonno. Pure lei si innamora senza badare troppo al genere, ma con una predilezione per gli ingegneri e gli scienziati. Caterina, per qualche motivo che spero si capirà tra non troppi anni, non si è spupazzata in un quarto di secolo: un linfoma di Hodgkin e un non-Hodgkin, una piastrinopenia autoimmune di cause ignote, una sindrome del compasso aorto-mesenterico, e un paio di altre sfighe ospedaliere minori tra cui una ipoglicemia reattiva - per cui, se le va, può bersi due caipirine o un litro di cocacola senza andare in coma diabetico, il che è piuttosto comodo. Non dico che Caterina sia una ragazza migliore di me. Magari ha la testa di Emmy Noether, meno la sfiga; magari è un'oca padovana. Qui, alla fine, ci sono io e non c'è Caterina. Facciamo così: io non mi sento in colpa per la sua mancanza. Facciamo anche che se ci fosse un universo parallelo in cui qualcuno ha avuto la possibilità di scegliere tra due possibili combinazioni di geni - la sua e la mia - e ha pensato che una cartella clinica come la mia non è il massimo della vita per una figlia (e quanto gli dò ragione), Caterina non si sentirebbe in colpa per la mia mancanza. Dopotutto, magari alla fine siamo tutte e due delle oche padovane.

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