mercoledì, maggio 04, 2005

Perché val la pena di far matematica, anche se a volte, in situazioni sociali, può portare a travasi di bile.

Provate a dire a un pianista Perché è bello, no, che schiacci i tasti diversi e vengono fuori i suoni diversi, è un po' come mio cugggino che c'ha la tromba bitonale sulla corriera, no? Considerate quanto la sua reazione istintiva possa essere di mandarvi a fare in culo. Provate a dire a un informatico Perché è bello, no, che ad esempio puoi giocare al flipper sul computer, no? Considerate quanto la sua reazione istintiva possa essere di mandarvi a fare in culo. Provate a dire a un matematico, sia pure una semi-matematica come la qui presente scribacchina, Perché è bello, no, che alla fine la matematica ad alto livello è filosofia, no? Considerate quanto la sua reazione istintiva possa essere di mandarvi a fare in culo. Soprattutto se questa frase se la sente dire da otto anni, sempre con quel tono di condiscendenza (inconsapevole, ma peggiora solo le cose) che sottintende come anche tu possa essere ammessa tra quelli che fanno La Vera Cultura, quella umanistica, anche se hai a che fare con le Fredde Formule. E ora, scusate, vado a (ri)lumare la dualità di Poincaré, bella senza bisogno di giustificazioni.

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