Allora, come è andata.
Ossia: con la fortuna che ho in amore, se i detti popolari sono veri è meglio che i giochi mi limiti a studiarli da molto lontano. (Questa era un doppio carpiato, temo.) Il fiancé guida assai bene, e non vive il lasciare il volante alla qui presente come un affronto alla sua virilità (cosa non banale, nella mia esperienza). Stuttgart è piacevole alla vista e soprattutto per passare il tempo sia cincischiando che lavorando, sia con la pioggia che con il sole, sia di giorno che di sera. Me la cavo ancora con la lingua (ho avuto solo qualche tentennamento con le indicazioni di uno svizzero, ma quello non è tedesco - vero?). Studiare nel parco con le papere che passeggiano a due metri aiuta a capire anche le definizioni più perverse. Il fiancé era un bambino in un negozio di giocattoli, con mio sommo diletto. I panini del Nordsee sono sempre una sicurezza (diamine, quanto mi piacciono le aringhe). La Germania resta il Paese più pieno di coppiette romanticose (ma nel migliore dei sensi) che abbia mai visitato. Sarà che le tedesche sono bellissime: credo che sia un quarto di mettersi solo delle scarpe che sanno portare (per cui non la rincorsa del sabot fuggitivo non è tanto diffusa, mentre il lieve e garbato ondeggiare delle forme va alla grande), due terzi di emancipazione femminile e rispetto maschile (per cui puoi girare in minigonna - ma anche addormentarti mentre prendi il sole nel parco in bikini - rilassata come se stessi nel tuo letto*), e un dodicesimo di occhi chiari che la vostra umile cronista invidia tantotanto. Anche la fanciulla meno incline a voler primeggiare in bellezza apprezza molto, in questo contesto, di avere un fiancé che se guarda con occhi spalancati qualcosa che non sei tu, sta lumando qualche programma. I partecipanti al convegno si riconoscevano quasi tutti a prima vista - forse era quel non aver occhi che per i portatili, tirati fuori non appena si sedevano al bar. (Scherzo. Ma no, non tanto. Ma sapete già che ho una debolezza per i geek in generale, e per uno in particolare, quindi.) Siamo stati presi per spagnoli dai tedeschi e per francesi dai messicani. Ho risolto finalmente un paio di punti pallosi della pupattola davanti a un té e un pezzo di baguette mentre il fiancé faceva festa in mezzo ai cavi. Mi sono regalata Quidditch through the Ages e Fantastic Beasts and Where to Find Them. Il rientro è stato lungo ma piacevole. Ora devo lavorare come una matta sulla pupattola, ho tutto un po' più chiaro in testa, compreso che un buon motivo per finire è cercare di andarsene in un posto un po' più simile a quello e un po' meno simile a questo (Numi, non so se mai ci riuscirò, ed è il mio sogno e il mio tormento da una vita), quindi corro via senza editare troppo il post, scusate. Insomma: è andata molto bene. * Cfr. per contro le proposte che mi sento a Milano ogni cento metri non appena metto una maglietta un po' attillata - e con il petto della qui presente scribacchina quasi ogni maglietta è attillata.