mercoledì, aprile 09, 2008

Dalla padella a fuori dalla padella.

Ovviamente, Londra non è il paradiso. Come ben sanno i londinesi, che dopotutto sono inglesi, quindi perennemente slightly annoyed at things.

Ovviamente, Londra ha i suoi pregi - per alcuni valgono gli inconvenienti della città, per altri no: ma è quanto di più soggettivo. Per intenderci: se il sole vi è necessario per essere felici, andate altrove; se vivete per scoprire un nuovo ristorante ogni domenica, accomodatevi.

Resta il fatto, comunque, che Londra è meglio di un sacco di altri posti. Posti da cui la gente viene a Londra - e si lamenta. Delle cose che erano meglio nel posto dove stavano prima? No.

Un berlinese si lamenta della Circle line: lo capisco. Se vieni da un posto dove gli autobus vanno fino alle otto di sera (poi un bus all'ora fino a mezzanotte - e se vai al secondo spettacolo del cinema prendi la macchina, e se non hai la macchina cavoli tuoi) e ti lamenti dei dieci minuti di ritardo del nightbus delle due di sabato notte come se fosse la fine del mondo, puoi anche tornartene al paesello.

Se sei di Napoli e ti manca il sole, tutta la mia comprensione (per contro, io avrei problemi a vivere in un posto di latitudine inferiore ai 44°). Se sei di un qualsiasi posto della Pianura Padana su cui da ottobre a marzo cade una nebbia da non vedere il cofano della tua auto, evita di lamentarti, please.

Dal dottore hai aspettato un quarto d'ora? Non so che medici della mutua frequentassi in Italia, tesoro - quasi sempre si scopre che non ne frequentavi, andavi dal privato amico di famiglia. (Piccola parentesi: in dieci anni in cui ho frequentato dottori - italiani - molto intensamente ho sempre aspettato dal quarto d'ora all'ora e mezza. Sempre.)

E così via, tutto va malissimo - e quel che potrebbe andare bene non si guarda nemmeno, perché - perché il ristorante economico è cinese e i cinesi son sicuramente sporchi, la birreria no perché a Soho ci stanno i gay, il bus prende troppo tempo e la metropolitana è troppo cara e per camminare c'è troppa folla (che non ti spintona, a differenza di quanto accade in Italia - ma non importa), la carne non si può mangiare perché c'è la mucca pazza (come ovunque, ormai), lo sushi sicuramente ti porterà il colera (come minimo) e i pomodori hanno i semini che sono indigesti.

E tu che ti godi la vita e la città sei una sconsiderata.

E io sarò sconsiderata, sarò un'insopportabile Pollyanna. Sarò stata sfortunatissima in Italia e fortunatissima qui.* Ma - contro-lagnanza, mi rendo conto - non li reggo.

Soprattutto quando si arriva al paradosso per cui io, con una certificata tendenza alla depressione, sono mediamente molto più sorridente di loro.

* La seconda è relativamente vera, e penso che la fortuna sia una componente importante di un'emigrazione di successo.

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