mercoledì, luglio 05, 2006

Complimenti a Pietro per aver riconosciuto la citazione del post precedente! Trattavasi di Mary Kate Donaher / Maureen O'Hara in The Quiet Man di John Ford - ossia di uno dei due motivi per cui io, dall'età di dodici anni, so di avere i capelli rossi. Pietro vince:

un tentativo di spiegazione del fascino dei cappellini.

Innanzitutto, è un oggetto associato tradizionalmente all'essere eleganti - e può essere elegantissimo essendo assolutamente assurdo (cfr. i cappellini di Philip Treacy per la Casa Reale inglese): quindi con un cappellino ti senti subito bella. E *questo* è uno dei misteri della femminilità: le donne che si sentono belle convincono anche gli altri del proprio fascino.

C'è poi un aspetto di ingegneria, o quasi: con in testa un cappello (e ancora di più un cappellino) non puoi che tenere un portamento estremamente aggraziato: perché la tua testa deve muoversi in modo che il cappellino non rovini a terra, ma d'altra parte il cappellino pesa sulla testa e la guida - per così dire - nelle posizioni più piacevoli; qualcosa di analogo (sebbene più delicato) all'avere un bustino che strizza la vita e mette in risalto quel che la sarta chiama "il petto" e il fanciullo di passaggio "quel gran bel paio di tette".

Ovviamente questo vale se il cappellino è di buona fattura: e come tutti i capi di abbigliamento "assurdi" il passaggio da buona fattura a vaccata suprema è discontinuo (anzi, è praticamente la funzione caratteristica di Q in R).

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