sabato, maggio 31, 2008

Ho capito che nei prossimi tempi dormirò con la luce accesa.

(Dalek! Sceneggiature di Steven Moffat! Paure ancestrali! Ma la vera domanda è: il Dottore finirà quel che stava per dire a Rose Tyler? Perché siamo tutti dei romanticoni sdolcinati, e prima ci facciamo pace meglio è.)

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Farmaci.

Senza farmaci io non sarei sopravvissuta, soggetta com’ero da bambina a gravi tonsilliti ricorrenti; senza i vaccini pochi di noi avrebbero raggiunto la maggiore età; in ogni momento della nostra vita potremmo essere preda di polmoniti fulminanti. Quando mia madre era bambina si è vista morire di tubercolosi la metà dei suoi coetanei.

Uyulala spiega perché diffidare di quelli che "le case farmaceutiche brutte e cattive" (e poi magari si curano con l'omeopatia, ché la Boiron è una congrega di santi - ma questo lo aggiungo io).

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giovedì, maggio 29, 2008

Il bastone di Ballin Mundson.

Ieri sera il marito ha visto per la prima volta Gilda. Verso il settimo minuto e mezzo ha premuto il tasto pause, si è voltato verso di me e ha chiesto

Come sono riusciti a fare una cosa del genere nel 1946?

Io ricordavo molti dei sottotesti omoerotici, primo tra tutti il bastone di cui nel titolo. Ma non ricordavo - e il Professore di Cinema di casa mi ha detto che è tra le inquadrature più citate del film - il brindisi con il bastone sfoderato in mezzo. Né altri deliziosi dettagli. Voi rivedetelo, o vedetelo, che non può farvi che bene.

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mercoledì, maggio 28, 2008

Cin-cin-cinesin (e spaghettipizzamandolinomamma).

Via Fabristol trovo un articolo di Repubblica (sempre sulla notizia, ©Delio) sul nuovissimo software anti-plagio nei temi.

Nemmeno il tempo di arrivare a metà, e leggo

un nemico dal nome impronunciabile: si chiama Kazunari Sugimitsu

e immantinente - pardon my French - mi girano le palle.

E' un nome giapponese. Non impronunciabile, non più di Sara Ficocelli (l'autrice dell'articolo). Ma - evidentemente - basta uscire dai confini patrî e tutto è esotico e confuso e improunciabile.

Poi ci si scandalizza e si fa il Giornale Tanto di Sinistra per gli allarmi di Amnesty sul razzismo in Italia.

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martedì, maggio 27, 2008

Minima memoria storica.

Alemanno: una strada per Almirante, si chiamerà “via gli ebrei”

Alessandro Robecchi, via .mau.

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lunedì, maggio 26, 2008

Teste rasate.

Anche ammettendo che il raid delle teste rasate sarebbe stato esattamente lo stesso se il malcapitato fosse stato un romano al centopercento (cosa di cui mi permetto di dubitare), credete forse che il raid sia stato compiuto da gente senza nessuna idea politica? E magari che hanno spaccato le vetrine di altri negozi gestiti da extracomunitari semplicemente per prepararsi spiritualmente all'incontro, ma purtroppo in quella zona non c'erano negozi di italiani e quindi la dura legge della statistica ha colpito ciecamente?

.mau. trova le parole che mi sfuggivano.

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domenica, maggio 25, 2008

E voi sapete dove è il vostro asciugamano, vero?

towel day

via annarella, .mau. e xlthlx.

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sabato, maggio 24, 2008

Contraddizioni in seno.

Sentita la mia decisione di andare in palestra, mi è stato dato un utile consiglio "che nessun allenatore maschio si ricorderà di darti". Ma ora ho un dubbio: esisteranno dei reggipetti sportivi coppa G (non oso chiedere la GG), o dovrò passare al "su misura"?

(Per Lia: ho guardato il sito di Decathlon e pare che il loro stock arrivi al più alla coppa D. Sigh.)

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giovedì, maggio 22, 2008

Needs Work

Sono due settimane che il Teutonico Relatore ha la tesi. La deadline è a settembre. Io inizio ad essere nervosa adesso.

(Intanto, per la prima volta in vita mia, mi sono iscritta in palestra.)

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martedì, maggio 20, 2008

Buone notizie.

George Takei, già navigatore dell'Enterprise e padre di un tale che sa fermare il tempo, dopo una vita non sempre facile, si sposa. Finalmente.

(Dopo 21 anni. Son solo io che mi commuovo davanti alle coppiette di una certa età?)

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sabato, maggio 17, 2008

Di diversi negri, e di "l'avevo detto".

Qualche tempo prima delle elezioni, qualcuno faceva notare come le magnifiche sorti e progressive del Partito della Sinistra (pardon, Riformista) non prevedessero grandi spazi per i cittadini attratti da persone del loro stesso sesso.

A questi dubbi alcuni ribattevano, con tono alquanto piccato, che i diritti dei gay erano roba frivola, pensate piuttosto ai migranti (e votate compatti il Partito).

Le obiezioni che facevano presente come la mancanza di sensibilità verso una minoranza dai diritti minacciati raramente si accompagna a un surplus di attenzioni verso un'altra minoranza, a mo' di quanto esposto nella nota poesia del Pastore Niemöller, sembravano cadere nel vuoto.

Poi uno vede questo. E, ovviamente, non riesce nemmeno a rallegrarsi di non averli votati, o di averlo previsto.

A margine: poi uno legge gente "di destra" (o comunque "non di sinistra"), e medita su come la decenza sia una categoria estremamente trasversale.

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giovedì, maggio 15, 2008

Appunti sparsi sull'andarsene dall'Italia/distacco.

Sui recenti fatti italiani non riesco a commentare - nulla che già non sia stato commentato, almeno.

Ma mi stupisce la mia mancanza di stupore: anche davanti ai pogrom, il mio cervello registra sotto "prevedibile". In effetti, conoscendo gli italiani e gli stereotipi che si bevono quotidianamente, i fatti di Napoli non sono certo un fulmine a ciel sereno: ma mi fa un po' specie notare come il fuoco da pasionaria che avvenimenti del genere mi avrebbero scatenato due anni fa manca all'appello. Non so se questo distacco sia una conseguenza del distacco "fisico" dall'Italia: sospetto di sì. Non so se sia un bene: potrebbe essere l'anticamera di una mente più lucida come dell'apatia; temo che solo il tempo lo possa dire.

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Postumi.

Le cinquanta pagine più bibliografia della dissertation sono state spedite al relatore, che ci farà sapere, non si sa quando. Ho tirato dritto (ahem) su due punti, che se possibile riaggiusterò tra qui e la deadline per la consegna del primo settembre, ma in generale mi sembra di aver fatto un buon lavoro (ho anche beccato un errore in un articolo).

Ora si riprende in mano una cosa divertente vista l'anno scorso su un libro molto divertente, e ci si dà ai festeggiamenti - sperando che non siano troppo prematuri.

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lunedì, maggio 12, 2008

Appunti sparsi sull'andarsene dall'Italia/la rete e la libertà.

in risposta, almeno parziale, a questo post di Angelo/The Rat Race.

La fatica maggiore, almeno dal punto di vista logistico, è andarsene dal luogo dove si è nati. Cioé andarsene dalla rete di sicurezza della famiglia-e-conoscenti-di-famiglia che ti suggerisce quale dottore della mutua è buono e quale no, dove trovare le mele giuste per la torta come la fa la zia Pina, a che ora andare in posta per fare meno coda, a che ora andare in posta per trovare l'amico che ti fa saltare la coda... Che sia per andare in Australia o nella provincia confinante, il senso di essere straniero è lo stesso*.

A questa fatica corrisponde un senso di libertà dalla detta rete. Intanto, a una maggiore probabilità di sbagliare corrisponde una maggiore probabilità di trovare gioielli inattesi. C'è poi la libertà dagli obblighi imposti dalla rete: libertà di andare in posta quando vuoi, senza paura di offendere l'amico che ti avrebbe fatto saltare la coda (soprattutto: libertà di non saltare la coda per un privilegio); libertà di fare una torta di mele diversa...

Nel caso dei figli, immagino che la mancanza della rete possa essere ancora più pesante: i nonni-baysitter non ci sono, orientarsi su quale scuola sia migliore senza i racconti di chi c'è passato prima di te può essere un terno al lotto... Però crescere figli - di nuovo - liberi dalla rete** può essere un buon incentivo ad andarsene (lo è per me): figli che non crescono con il "dovere" ereditario di fare qualcosa...

* rimane mitica in famiglia la frase del mio bisnonno quando mio padre gli presentò la mia futura madre: tradotto dal trentino, "dovevi proprio prenderti un'italiana?" Mia madre è un esempio di quel che Bossi chiama "padana", per la cronaca. E non entro nemmeno in quanto un pratese possa essere straniero a Firenze e viceversa.
** almeno dalla rete "imposta" dalla famiglia-e-relazioni-connesse. Muovendosi fuori dal nido famigliare si costruisce, inevitabilmente, una nuova rete: ma è una rete più scelta, quindi più libera, di quella famigliare.

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Domande da turisti.

Il mio zio preferito, classe millenovecentodieciequalcosa, non ha mai visto Londra: quindi il 10 giugno atterrerà a Gatwick.

Resta il problema, che giro a voi, di trovare a lui e a mia mamma un albergo adatto a un signore della sua età, possibilmente in zona London Bridge o Victoria - o raggiungibile dalle dette stazioni con una corsa in taxi che non spenni troppo o una breve tratta di tube. Il costo non è un problema eccessivo, ma evitate di suggerire l'Hilton. Ovviamente, zona più che decorosa: quindi evitate di suggerire Elephant & Castle.

Grazie mille.

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venerdì, maggio 09, 2008

Affrontiamo la dura realtà del mondo contemporaneo con una discreta quantità di frivolezza.

Finita la tesi (meno l'approvazione del Teutonico Relatore), mandata la mia prima domanda di lavoro con CV (sperando però che mi prendano come teacher per l'anno prossimo, che sarebbe anche meglio).

Direi che un giro dal parrucchiere ci sta tutto.

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venerdì, maggio 02, 2008

Se vi chiedeste dove sono sparita: alla mia dissertation mancano solo la correzione di bozze, un dubbio da chiarire (a proposito, se sapete qualcosa del logarithmic cost model e di come possa far diventare un'a un log(1/a) fatevi vivi nei commenti) e, se possibile, una sana chiacchierata con il Teutonico Relatore.

Quindi il racconto delle elezioni londinesi, di come mi sia un po' commossa a votare senza carta d'identità e altre amenità del genere sono rimandate alle calende greche.

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